Italia21

martedì 20 dicembre 2011

IL VALORE DELLE DONNE


E’ più corretta l’affermazione  < Donne di valore o il valore delle donne? >
Ogni donna ha il desiderio più o meno consapevole ( dipende dal percorso di autoconoscenza intrapreso o completato) di sentirsi amata incondizionatamente…mi si può obiettare che tale bisogno è insito nell’essere  umano indipendentemente dal genere…
Ribadisco che nelle donne il bisogno/desiderio di riconoscimento è più forte proprio perché a lungo o troppo spesso negato.

Facciamo qualche esempio. Se al bambino si chiede di fare l’ometto e di non piangere al momento della fatidica puntura per il vaccino, alla piccola coetanea spesso viene negata una pari affermazione, ma si dice uno sbrigativo “ dai è una cosa normale….” Talune madri possono giungere a sussurrare ” un giorno dovrai partorire, e allora che farai?”
All’opposto, quando  il piccolo si scioglie in lacrime le medesime sono pronte ad abbracciarlo e a perdonargli la reazione  proprio in funzione di quel riconoscimento ed amore incondizionato che alle donne può venire a mancare.

Mettiamo da parte  il riferimento alla donna madre che non riconosce la fragilità della propria figlia / piccola donna  perché ci porterebbe in un tortuoso percorso di negazione della consapevolezza della condivisione di genere all’origine di tanti vissuti traumatici del rapporto madre - figlia  spesso causa di tante nevrosi dell’età adulta, e concentriamoci sul bisogno che ogni donna porta con sé di veder riconosciuto il proprio valore indipendentemente dalla riuscita nella vita ( sia in ambito familiare che lavorativo).

Vorrei prendere ad esempio una cultura , quella degli INCA , così lontana da noi ma così ricca di civiltà tanto da fornirci importanti insegnamenti sul tema del riconoscimento del valore intrinseco delle donne,
Questa cultura, brutalmente distrutta dagli spagnoli di Bizzarro ad iniziare dal 1533 con l’orda distruttiva del colonialismo che ha fagocitato intere  civiltà, promuoveva :
  • il rispetto della natura,
  • il concetto del  lavoro inteso non come obbligo ma  come  diritto e piacere che si fa a se stessi e al mondo;
  • l'idea che la parola d'onore ha più forza di un contratto scritto;
  • una sorprendente valorizzazione del ruolo della donna (che è all’inizio della creazione, più simile a Dio dell’uomo tanto che  per avvicinarsi a Dio l'uomo deve capire la donna.

….la religione stessa si impernia sul concetto della Dea Natura, chiamata anche Pachamama
Nel periodo d'oro degli Inca c'era una organizzazione di donne sagge, chiamate Mamakuna, che furono le artefici di una forma di organizzazione socio-economica molto evoluta .Scopo di questa organizzazione era il mantenimento della pace e la difesa della vita in tutti i suoi aspetti: e dunque degni di rispetto non erano solo gli esseri umani, ma anche gli animali, le piante, l'ambiente.La loro civiltà era armoniosa: crescita economica e incremento demografico erano in perfetto equilibrio. La fame era stata debellata su tutto il territorio, e un certo benessere era presente ovunque.Ma il fatto che oggi ci colpisce maggiormente è il ruolo delle donne, che godevano di indipendenza economica, potevano essere sacerdotesse, capi guerrieri o di governo, oppure diventare professioniste in qualsiasi campo. Il lavoro casalingo era riconosciuto come un importante contributo al benessere collettivo, e retribuito. c'era un istituto per le donne, Akllawasi, dove si insegnavano le "arti verso l'interno" e cioè, sentimento, arte, alimentazione, pedagogia, creatività, etica, religione, sviluppo dell' intuito, difesa della vita. Entrambe le istituzioni erano di altissimo livello e complementari, studiate per la specificità dei sessi. Nulla impediva, d'altra parte, alle donne che lo desideravano per inclinazione individuale, di frequentare la scuola maschile e viceversa agli uomini di recarsi in quella femminile.Purtroppo questa cultura così sviluppata e pacifica cadde preda di popoli altamente tecnologizzati nell'arte della guerra, ma ignoranti nel campo della conoscenza umana.. Alcuni studiosi sostengono che alla base vi sia stato un dato religioso: la Chiesa romana voleva la distruzione di una cultura che sosteneva che il primo essere umano apparso sulla terra fosse stata una donna.... E' anche possibile ipotizzare che la cultura spagnola, profondamente maschilista, non volesse che l'esempio di una civiltà paritaria arrivasse in Europa....
( tratto da wwww.incaitalia.it)

Questa pagina che descrive così efficacemente la progredita società andina che raggiunse il massimo dello splendore nel XV secolo, deve farci riflettere  alla luce del degrado socio economico che il Perù e le regioni andine si trovano ad affrontare oggi.
Ogni riferimento al degrado dei nostri paesi della civiltà occidentale del XXI secolo NON è puramente casuale….
Forse il significato non tanto recondito potrebbe essere che il riconoscimento del ruolo e del valore delle donne è direttamente proporzionale al livello di civilta’ e di progresso socio cultutrale raggiunti?
Ed anche in questo caso....a buon intenditor poche parole….

Brindisi, 20 dicembre  2011                                      Iacopina  Mariolo

mercoledì 7 dicembre 2011

UNA MANOVRA.... UMANA ( ? )


“Le macchine che danno l’abbondanza ci hanno lasciati nel bisogno,
la nostra sapienza ci ha reso cinici,
l’intelligenza duri e spietati.
Pensiamo troppo e sentiamo troppo poco.
Più che di macchine, l’uomo ha bisogno di umanità.
Più che intelligenza, abbiamo bisogno di dolcezza e bontà.
Senza queste doti la vita sarà violenta e tutto andrà perduto. “
- CHARLIE CHAPLIN - tratto da “Tempi moderni”, film (1936)

Tempi duri, i tempi attuali.
Le parole di Chaplin nel citato film appaiono di un’attualità sorprendente, ma a noi , gente comune, è dato aprire nuovi orizzonti di discussione oltre il dibattito sui temi economici, perché, in fin dei conti non siamo tutti bocconiani.

 Un ministro, o meglio una ministra  ha provato ad andare un po’ oltre le righe, mostrandosi capace di provare emozioni, ma se è pur vero che
·        l’etimologia della parola economia ha a che fare con il termine oikos che in greco significa casa, abitazione, luogo e mura domestiche
  • la radice è comune in ecologia  che per estensione diviene ambiente, il cui significato è ciò che gira intorno a cose ed individui ( dal latino ambire= andare attorno )
appare evidente che la citata ministra è stata inequivocabilmente zittita dalla razionalità bocconiana , dimentica  del fatto che di sterile, nel senso di asettico , cioè non contaminato dalle emozioni tipicamente umane, nell’economia c’è ben poco, ma anzi ….se il pil, lo spread  possono apparire nella loro connotazione numerica  come dati  indici dell’economia, per tutto ciò che riguarda gli interventi  sull’assetto economico  che coinvolge gli individui , i numeri non esistono, perché dietro ogni indice, c’è una , mille, un milione di storie, di ambiti di vita unici, singolari ed espressione delle difficoltà di singoli umani  che non potranno mai essere ridotti al dato numerico.

Dove intendo andare a parare? La vera equità è solo ed unicamente quella che considera e riconsidera gli ambiti della scienza economica  come ambiti umani, ove il nomos, ( la norma  ) attiene alla mia casa  (oikos), che è anche il luogo ove nasce e muore la mia vita, cioè è anche, inequivocabilmente, il luogo degli affetti nel senso psicologico del termine.

Cioè in questa interpretazione l’affetto è un moto psichico che appare collegato ai bisogni ed ai comportamenti umani..

E dunque, anche in questo caso, a buon intenditor poche parole…..


                                     Iacopina Mariolo