Italia21

venerdì 6 febbraio 2015

RIPRENDIAMOCI IL WELFARE


 
 Proponiamo uno stralcio,tratto dal sito del Governo Italiano ( www.governo.it-Home : Il Governo Informa ), del dossier del 16 maggio 2014 su “ La  riforma del Terzo Settore : un nuovo Welfare partecipativo”


- Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi …. ha aperto una consultazione pubblica con i cittadini per costruire un nuovo "Welfare partecipativo". Tra gli obiettivi principali vi è quello di costruire un nuovo Welfare partecipativo, fondato su una governance sociale allargata alla partecipazione dei singoli, dei corpi intermedi e del Terzo settore al processo decisionale e attuativo delle politiche sociali, al fine di ammodernare le modalità di organizzazione ed erogazione dei servizi del welfare, rimuovere le sperequazioni e ricomporre il rapporto tra Stato e cittadini, tra pubblico e privato, secondo principi di equità, efficienza e solidarietà sociale. Un secondo obiettivo è valorizzare lo straordinario potenziale di crescita e occupazione insito nell’economia sociale e nelle attività svolte dal Terzo Settore, che, a ben vedere, è l'unico comparto che negli anni della crisi ha continuato a crescere, pur mantenendosi ancora largamente al di sotto …… il terzo obiettivo della riforma è di premiare in modo sistematico con adeguati incentivi e strumenti di sostegno tutti i comportamenti donativi o comunque prosociali dei cittadini e delle imprese, finalizzati a generare coesione e responsabilità sociale. -
Provo a reinterpretare le affermazioni renziane in maniera personale, ma seguendo le logiche di quelle cittadinanze attive ed anche consapevoli di cui in piena umiltà sento di far parte .
Riformiamo non si sa bene cosa dal momento che attualmente le problematiche legate alla fase che stiamo attraversando, definita situazione di  grave crisi economica , hanno offerto l'opportunità di tagliare, anzi, eliminare totalmente, quelle aree di intervento sociale che comunque risultavano essere un supporto, se pur di minima entità, per situazioni e casi di profonda deprivazione.
 Con quali strumenti inoltre si pensa di intervenire valorizzando le potenzialità del Terzo settore  se il medesimo governo lo ha privato di quella linfa vitale costituita dallo stanziamento di fondi rivolti al superamento ed alla prevenzione dei fenomeni di degrado sociale?
E ancora, quali  i comportamenti prosociali e donativi da premiare in un momento di grave tensione e preoccupazione per la perdita del lavoro ( reale o da venire), i conti in rosso e l’assillo di tasse e bollette da pagare ? Rientro  nella fascia da premiare se  non cedo alla tentazione di mandare a quel paese la mano di colore che al supermercato o al parcheggio dell’iper mi si para innanzi (mentre affannata e carica tento disperatamente di rintracciare le chiavi dell’auto e di riportare il carrello al suo posto) ma la rimpinguo con una moneta da 50 cent?
Sono da sempre convinta, pur ritenendo fondamentali i processi di empowermewnt, cioè di  rafforzamento delle risorse individuali con lo sviluppo di strategie idonee al superamento delle problematiche , che lo stato debba occuparsi in maniera diretta ed amorevole di chi ha bisogno senza per questo temere di cadere in quello che è stato definito un  welfare di tipo assistenzialista.
Un governo che non si occupa  più delle fasce deboli della sua popolazione perché ci sono carenze da colmare ed aspetti più importanti da considerare, è un governo che ha decretato la "morte" di quelle categorie sociali già definite "gli invisibili". Riprendiamoci il welfare dunque, e torniamo ad "investire" sui poveri, le donne, i bambini, i malati psichiatrici …



Brindisi,04/02/2015                               Iacopina Maiolo