Descrivere
la attuale situazione economica da un
punto di vista esclusivamente tecnico, potrebbe portare ( dico potrebbe perché è da dimostrare , ma
per far ciò occorrono competenze specifiche che non appartengono al mio
background) per leggi matematiche e regole
aritmetiche come quelle che si utilizzano per far quadrare i bilanci,
al riconoscimento di superamento della
fase critica che caratterizza ormai da alcuni anni l’Italia?
Ad esempio alcuni elementi da un punto di vista numerico,
potrebbero indicare che c’è un incremento da parte delle aziende di
assunzioni,. in particolare a tempo indeterminato, e potrebbero essere
interpretati come segnali di ripresa, luci
che indicano il cammino per emergere dal buio della crisi.
Ma
i segnali di luce potrebbero
essere dei fuochi fatui?
La definizione
scientifica ( dal sito web www.focus.it) è
la seguente:
I
fuochi fatui sono fiammelle fugaci prodotte dai gas emessi da materie organiche
durante la loro decomposizione. Queste emanazioni sono composte da idrogeno e
fosforo, che si infiammano spontaneamente non appena entrano in contatto con l’
ossigeno dell’ aria. Un tempo, quando i corpi non venivano sigillati nelle bare
di zinco, era possibile osservare questo fenomeno nei cimiteri. Si verifica
però anche nelle paludi e negli stagni….
Senza nulla togliere
al barlume della speranza che rappresenta (da questa parte della
barricata) il motore al quale da
sempre l’umanità sa e può attingere quando deve risalire dal baratro di una
distruzione , esaminando il fenomeno appena esposto, i segnali di luce definiti
fuochi fatui , cioè illusori, provengono da
materiale decomposto o in fase di decomposizione, magari imputridito nelle
paludi ove il materiale è impantanato. Lucida metafora o pessimismo
dettato dalle difficoltà del momento?
Direi che come sempre in medio
stat virtus, dunque non abbandoniamo la
speranza ma allo stesso tempo non
cadiamo facili prede di un certo trionfalismo politico tendente ad
annebbiare le coscienze ( scusate,
ma la storia d’Italia docet), usiamo la ragione e chiediamo alla politica di iniziare ad
usare le ragioni del cuore, perché ritengo che non lo abbia mai fatto ; almeno
nel nostro paese.
Se l’ottica si restringe ora alle faccende locali passando
dal macro al micro sistema come la
matrioska che ingloba il piccolo
nucleo nel grande contenitore,
pensando alla Puglia ed alla situazione
nello specifico del territorio brindisino, non possiamo non notare che alcuni
aspetti che un certo trionfalismo
politico potrebbe aver usato ( come
sempre il condizionale è d’obbligo ) a vantaggio di una politica della ricrescita, quale ad esempio la prima desiderata e poi proclamata abolizione delle province , più che un
contenitore di nuove risorse economiche a cui attingere è divenuto esso stesso
un problema , un elemento di grave e grande distruzione della economia delle
genti, come il serpente che si morde la
coda .
Infatti se uniamo come viaggiatori di una nave alla deriva,
i dipendenti della provincia e delle
società in house, i servizi ed
in estensione le economie del network ad esso collegate, abbiamo chiara
visione dell’involuzione economica e sociale che sta per derivarne ( a questo
punto a causa degli eventi abbiamo
abbandonato il condizionale).
Continuando ad utilizzare
l’ottica sistemica, rimanendo
nei confini del micro ma allargando
il territorio, guardiamo ora al contenitore Puglia : è possibile che alcune promesse non siano state rispettate? Non aveva la
regione Puglia preso l'impegno di risolvere il problema economico rintracciando
i fondi necessari per la gestione dei servizi ed il passaggio del personale ,
compreso quello delle partecipate senza
colpo ferire o meglio danno provocare agli incolpevoli lavoratori?
In un momento in cui l'impegno politico non può e non
deve essere disgiunto da quello sociale, mi chiedo con quale spirito i
cittadini di Brindisi e provincia, i
lavoratori , le loro famiglie, la rete
sociale ad essi collegata, andrebbero ad eleggere i propri
rappresentanti al consiglio regionale nelle prossime scadenze elettorali se la catastrofe annunciata divenisse
effettiva.
Che la politica mostri dunque l'opportuna ed adeguata
sensibilità con l'assunzione di quel senso di responsabilità che dovrebbe in
primis caratterizzarla., ma che anche e finalmente faccia proprie le ragioni
del cuore, se il territorio e le sue
genti , delle quali a parole si erge a tutela, le stanno
realmente a cuore.