Italia21

giovedì 18 agosto 2016

Chiedimi se sono felice



Parafrasando il titolo di un noto film del 2000 del trio Aldo - Giovanni e Giacomo e riferendo l’ingiunzione ( il taglio diretto dell’espressione la rende tale , infatti non si afferma - potresti chiedermi se sono felice – ma si pone in maniera secca una condizione che più che un invito pare un comando ) alla  richiesta di comprensione che un essere umano altro da noi potrebbe richiedere, seguono alcune considerazioni sull’empatia  che si spera possano divenire spunti di riflessione in un momento storico in cui i comportamenti umani appaiono dettati da spinte emozionali volte alla distruzione più che  all’accettazione ed alla comprensione.

Il punto focale della questione è che forse ( lasciamo il dubbio ) abbiamo perso il senso umano dell’esistente e dell’esistere, trasformati in soggetti che consumano e disperdono energie psichiche in investimenti illusori  perché effimeri ( in relazione alla durata ed al significato essenziale ).

In tal maniera l’altro da noi perde la  caratteristica di soggetto , di  co-attore di uno spazio condiviso ( la relazione) e diviene per noi egli stesso oggetto : dall’identità di persona al genere di cosa ed in quanto tale da usare come oggetto di consumo per i propri bisogni ed interessi.

In questo contesto di sfruttamento e di uso della relazione umana e dei sentimenti ad essa collegati  oltre a non trovare spazio l’empatia ( dal greco ev pathos = sentire dentro , condividere uno stato d’animo od un sentimento che  prova un‘altra persona ), è bene chiedersi quale possibilità di ascolto ed accoglienza esista  per chi lancia una richiesta di aiuto…

Umanamente corretto , oltre che opportuno per il superamento del degrado e della barbarie che rendono le relazioni fra le persone improntate a comportamenti distruttivi, sarebbe , tornando alla frase  citata , chiedersi se l’altro sia felice  aprendo in questo modo  uno spazio di dialogo volto all’accoglienza di un disagio ove esistente o all’espressione di un bisogno, di un desiderio mai comunicato che di sicuro andrebbe ad arricchire la relazione .


Un altro aspetto fondamentale riguarda la fiducia che riponiamo nell’altro, e la forza (resilienza) che possediamo nell’affrontare la frustrazione  che può derivare da un rifiuto.

Chiedimi se sono felice” è quella richiesta che posso fare  in modo diretto , senza rimanere in attesa che l’altro comprenda il mio stato  emotivo e psichico ed agisca di conseguenza.



Vale la pena di provare e di non desistere , così come dice la canzone di Baglioni :

        

strada facendo vedrai
che non sei più da solo
strada facendo troverai
un gancio in mezzo al cielo….



Brindisi, 18/06/2016                                      Iacopina Maiolo

mercoledì 17 agosto 2016

Il nostro caro angelo







Strani tempi….duri…oscuri e poco inclini alla misericordia umana, quella che agisce in funzione dell’essere umano verso se stesso e verso quanto lo circonda, sia esso ambiente, animale, oggetto o luogo da assistere e tenere in “cura” .

Viviamo in contesti ove i bimbi ignari subiscono vessazioni ed atti fisicamente lesivi per il semplice motivo  di essere stati lasciati nel ricovero sbagliato ( dove insegnanti erinni svolgono il loro feroce mestiere) ; poveri bimbi contemporaneamente oggetti di amore possessivo-ossessivo  e di dimenticanza e trascuratezza estreme .



“ Sulla tua lapide , figlio mio , mio caro piccolo adorato e ragione della mia vita, scriverò che in quel momento ero intento inseguire un mio pensiero,un progetto, un dolore, un ricordo magari gioioso  o perché no un contatto wathsApp se non un POKEMON  apparso improvvisamente

! E’  solo per questo motivo, credimi e perdonami,  che ho chiuso l’auto, anzi ho anche messo il parasole sul parabrezza, altrimenti al rientro, con il volante in fiamme per la calura estiva mi sarei ustionata/o le mani.. Scusami ancora se non ho pensato che tu potessi essere lì, legato a quel seggiolino che ho sempre usato per la tua sicurezza in auto.  Mai lasciare i piccoli liberi sul sedile perché in caso di incidente non si sa mai come va a finire..i bambini sono i primi a morire, io sono sempre stata/o un genitore responsabile ed intransigente rispetto alla tua sicurezza, questo lo sai bene, infatti ricordi, sotto il cuscino della culla ove riposavi non doveva mancare il baby controller, che collegava te a me, noi uniti sempre, anche di notte…Solo che adesso un tragico destino ci ha separati: lo stress, lui è il colpevole, lo hanno detto anche i giudici, avevo troppi pensieri per la testa.. anche gravi, lo sai? Ma tu sei un bimbo queste cose non le comprendi, ora so che sei fra gli angeli e magari sei anche un po’ felice, ormai mi sono convinta/o che doveva andare così e sento che mi hai già perdonato/a.  Anzi, abbiamo pensato di darti un fratellino che ameremo e seguiremo come abbiamo fatto con te!”



Che Dio ci perdoni per chi è credente e chi non lo é coltivi la speranza che possa nascere una nuova coscienza del vivere .

…ma in questo contesto  tragico e contemporaneamente grottesco non sembra di essere agli albori di un nuovo umanesimo!



Vivere per credere.



Brindisi                                       Iacopina Maiolo            17/08/2016