Italia21

mercoledì 19 ottobre 2011

ASPETTANDO GODOT



Come nel  testo teatrale di S.Beckett,verrebbe da dire,considerando gli  eventi che in quest’ultimo anno si sono succeduti nel nostro paese
"Andiamocene" 
"Non si può" 
"Perché?" 
"Aspettiamo Godot"
Metafora della depressione surrealista che conduce gli individui a vivere nella spasmodica attesa del personaggio Godot, rappresenta l’aspettativa del cambiamento e dell’evento  che mai si realizza  perché basato su un approccio alla realtà non guidato dal sano principio di contatto con gli eventi che in ogni caso possiedono una connotazione di oggettività, ma dal senso di impotenza e di impossibilità all’azione che ne deriva.
Assistiamo ad una strana logica del cambiamento: ogni evento od azione  che in sé possiede il potenziale trasformativo nei confronti della  realtà contingente, si mostra nel qui ed ora come totalmente incapace di apportare un qualsiasi mutamento, anzi,compare la tendenza alla distruzione di quegli aspetti positivi costruiti in passato, ed il risultato è una degenerazione di tipo regressivo.
Un esempio ( è evidente che il riferimento è all’attuale situazione sociale, e  cioè politica ed  economica ):
gli ultimi accadimenti relativi al degrado della manifestazione degli Indignados rappresentativi, a Roma, del disagio pacifico ed oltremodo costruttivo di  milioni di italiani.
Bell’esempio  del dissenso costruttivo ed attivo guidato dalla ragione, dal cuore e dall’intelligenza,  distrutto, devastato e poi fagocitato dall’onda amorale dei black bloc….
Ogni volta che le ragioni del cuore e della mente si uniscono,  sono in grado di realizzare grandi risultati in vista del  cambiamento sociale auspicabile, quello che vede come unica soluzione solo una vera democrazia, attiva,  piena e responsabile, non più solo delegante e/o partecipativa.
A questo punto interviene  un evento contrapposto di intensità maggiore  con il compito, guidato più o meno consapevolmente, coscientemente o no, di annullarne  qualsiasi effetto.
Ne consegue un senso di profondo dolore e  frustrazione, ed ecco che tutti tendenzialmente diveniamo un po’ come i personaggi dell’opera beckettiana citata……..e aspettiamo qualcosa che non arriverà mai, ahimè, perché Godot di fatto non esiste..
Che fare dunque? Non indugiare a lungo nell’autocommiserazione, prendere sempre comunque i remi in barca ed andare, continuare la navigazione con modi si pacifici, ma determinati , nella certezza che il cambiamento oggi per i gravi problemi che stiamo affrontando, non prevede tappe che fiacchino gli animi e le volontà, ma è un processo continuo di costruzione e lo si può realizzare anche in maniera repentina, basta crederci e volerlo
S E M P R E


Brindisi,19/10/2011                                      Iacopina Mariolo