Quali
e quanti sono i desideri o i
sogni non realizzati? Entrano a far parte dell’identità di ciascuno di noi gli
aspetti che riguardano le realizzazioni intese come espressione di quell’area
che ci rende unici e speciali, poiché è tipicamente
personale e nasce dal nostro bisogno di individuazione.
L’individuazione
fu definita da Jung (1875 –1961, psichiatra e co fondatore
della psicoanalisi unitamente a Freud ) come processo di differenziazione
( cioè che ci differenzia dagli altri
individui ) che ha come conseguimento lo
sviluppo della personalità individuale. Rappresenta dunque lo sviluppo di quelle caratteristiche
specifiche dell’individuo, sulla base della sua predisposizione naturale
( attitudini e preferenzialità). Sempre per Jung l’’individuazione rappresenta
un processo di elevazione spirituale , porta infatti ad un “ampliamento
della sfera della coscienza”, ma l’aspetto fondamentale, detto con terminologia
corrente è rappresentato dal fatto che l’individuazione ha come meta
l’attribuzione di uno specifico significato alla propria vita
(
il senso ed il motivo del nostro essere al mondo ).
La
ricerca e l’espressione di quella parte
di sé che caratterizza l’unicità della nostra esistenza, può essere
rappresentata come un viaggio che ha inizio con la nascita e prosegue attraversando
i sentieri proposti dalla vita ( intesa
qui come casualità ), dall’ambiente e da quanto ci circonda ( che può funzionare da stimolo o da deterrente), dalle
azioni e dalle scelte che operiamo in prima persona e di cui siamo pienamente
responsabili.
Appare dunque evidente che, mentre per
alcuni individui il cammino di individuazione avviene in maniera se non del
tutto aproblematica
poiché il percorso dell’esistenza è in
ogni caso oneroso per tutti ) ma con
modalità improntate a una relativa fluidità e possibilità di conseguimento
degli obiettivi di espressione del sé, una gran parte di persone nel percorso
di vita purtroppo non sarà messa nelle condizioni di lasciare quell’impronta di
unicità che spettava per caratteristiche, predisposizioni,
fattori intrinseci alla personalità.
Secondo la religione cristiana e
cattolica, tutti siamo uguali nel mondo,
dal bambino che cresce nelle favelas ai
figli dei reali del Regno Unito, lo siamo perché creati dallo stesso Dio che ha per tutti il medesimo
criterio di libertà e salvezza.
Tuttavia la realtà appare
significativamente diversa: le identità
negate, rappresentate dalla negazione di un’ importante parte di sé per
motivi non intrinseci all’individuo ma determinati dal contesto di riferimento,
da fattori esterni disturbanti , rappresentano
una moltitudine, una umanità che fra lacrime
e sangue purtroppo mai troverà una via di partecipazione, liberazione,
espressione e riconoscimento.
Pensiamo a quanto accade in Italia, fra
lauree squalificate, carriere predeterminate, giovani talentuosi e meritevoli costretti a vivere
all’ombra di coetanei stelle di luce
riflessa per eredità familiare e di casta; pensiamo ai bimbi che non vedranno
mai la nascita di quel sé che conduce alla espressione e realizzazione (
dall’artigiano all’ingegnere nucleare..) per mancanza di opportunità ambientali dei
contesti sociali e politici di riferimento.
Anni fa, nell’illusione di una civiltà
in progress, si lavorava in ambito sociale ed educativo con generosità di
intenti, amore ed entusiasmo, certi che ogni seme, se pur piccolo, avrebbe
generato un’ espressione di vita , oggi
compare il rischio di trasmettere il vuoto
assoluto che è fatto di niente, assenza di anime che ogni giorno vivono consumandosi in
un’inerzia fatale .
Dobbiamo dunque abbandonarci a questa
sorta di autodistruzione? Non di certo, poiché non compare come libera scelta
ma come imposizione di una società che pone ancora una volta, in una sorta di
involuzione , i profitti per pochi, la
realizzazione per gli eletti, l’espressione della gioia di vivere collegata
all’integrazione di sé che passa attraverso l’individuazione ed il
riconoscimento, un paradiso da condividere fra privilegiati.
Dunque, malgrado le identità negate, i
torti subiti e gli ostacoli al cammino, da funamboli
esperti oggi molti devono proseguire
in equilibrio fra il bisogno delle proprie realizzazioni ed i nuovi e necessari adattamenti, da cui
nasceranno nuove identità e nuove individuazioni.
Per quanto attiene al nostro ruolo di trasferimento dei valori dell’anima e
dei saperi umani, non abbandoniamo il compito se pur arduo, e non dimentichiamo
che il fuoco sotto la brace è pur sempre vivo anche se qualcuno ha provato a
domarlo.