Italia21

lunedì 13 febbraio 2012

..come costruire la speranza


….come costruire la speranza

 Caro Presidente Monti : che gatta da pelare le è capitata!
Chiamato come tecnico a redigere un piano di intervento se pur in una fase di estrema criticità, avrà pensato che fosse sufficiente applicare i principi  e le strategie economiche del caso, pianificando gli obiettivi da conseguire  a brevissimo termine ( l’emergenza), e a medio e lungo termine.
Che in questo percorso Lei ed il governo che presiede vi sareste trovati ad affrontare altre emergenze , quali la rivolta dei forconi, la protesta del popolo dei precari, il sommovimento dei lavoratori licenziati arroccati  sulle terrazze nella strenua difesa del proprio posto di lavoro, il pianto dei pensionati  e dei prossimi alla pensione reimmessi nel ciclo lavorativo, il dolore della famiglie in povertà o ad un passo dalla soglia…ed infine..( ha dell’incredibile) la morsa del gelo che ha travolto l’Italia intera oltre ogni aspettativa, forse non  era( per voi )prevedibile.

Immagino che la Sua razionalità sia stata alquanto toccata  da tali eventi e da siffatte risposte, le reazioni della gente comune che forse non immaginava manifestasse.

Non mi intendo di economia, pertanto trovo difficile incamminarmi in sentieri per me poco percorribili, ma ritengo che quanto attiene all’individuo non possa essere trattato se non in un’ottica di globalità e di sensibilità in primis ai suoi bisogni.

Mi spiego :
1)  E’inutile disquisire sul dilemma se è nato prima l’uovo o la gallina , l’evidenza vuole che entrambi siano inequivocabilmente connessi in un processo, che come sappiamo ha caratteristiche di circolarità e di azione-reazione reciproche.
  Se dunque abbiamo l’illusorietà che qualcosa possa cambiare introducendo delle modifiche in termini di revisione di normative (es.art18) o introducendo restrizioni  al pensionamento, o nuovi tributi, si sappia che l’unico cambiamento possibile  in termini di miglioramento delle condizioni di vita della gente, passa attraverso una trasformazione del  modus operandi globale .

2)  Per fornire risposte adeguate ai bisogni di qualcuno bisogna in primis riconoscerli e, non secondariamente, conoscerli, cioè averne sperimentati od intuirne gli effetti. In breve, come faccio a comprendere la povertà se non ho mai sperimentato una se pur minima carenza di qualche bene materiale? E’ possibile l’empatia  ( cioè il mettersi nei panni dell’altro) a tali livelli?

Caro Presidente , alla luce delle esternazioni del suo governo  negli ultimi periodi, pare che questa forma di sensibilità sia venuta a  mancare, e che ognuno abbia parlato ritenendosi portatore di un privilegio, quasi da una parte ci fossero i propri figli ed il proprio mondo e dall’altra la gente comune, coloro che di privilegi possono continuare a non averne.

Chi non ha tale capacità empatica come caratteristica di base, può svilupparla,certo, ma non è uno strumento che si apprende attraverso lo studio  o con l’applicazione mentale,tale disposizione d’animo la si acquisisce con le esperienze di vita.

A questo punto Le chiedo, Presidente, le reazioni della gente comune hanno  in qualche maniera introdotto riflessioni e suggerito risposte in sintonia con i bisogni di quella collettività fino a ieri per voi sconosciuta?

E’ essenziale che ciò accada, perché la speranza in un futuro migliore, la si costruisce insieme, ed il cambiamento si verifica solo dotando ciascuno di quelle opportunità mancate consentendo lo sviluppo delle capacità personali.

Più che parlare di welfare inteso come assistenza  dovremmo parlare di empowerment, termine che fa riferimento all’ accrescimento del contesto sociale, politico ed economico in base alle risorse- opportunità che l’ambiente offre all’individuo e che potenziano le sue capacità.
Questa l’unica possibilità di reale cambiamento. E’ quella che si sta percorrendo?
Alla luce di quanto oggi accade ognuno trovi la propria risposta.

Cordialmente                                     
                                               Iacopina Mariolo

Brindisi,13/02/2012