Italia21

giovedì 13 giugno 2019

IDENTITA' NEGATE




Quali  e quanti  sono i desideri o i sogni non realizzati? Entrano a far parte dell’identità di ciascuno di noi gli aspetti che riguardano le realizzazioni intese come espressione di quell’area che ci rende unici e speciali, poiché è  tipicamente personale e nasce dal nostro bisogno di individuazione.

L’individuazione   fu definita da Jung (18751961, psichiatra e co fondatore della psicoanalisi unitamente a Freud ) come  processo di differenziazione (  cioè che ci differenzia dagli altri individui ) che ha come conseguimento  lo sviluppo della personalità individuale. Rappresenta dunque  lo sviluppo di quelle caratteristiche specifiche dell’individuo, sulla base della sua predisposizione naturale ( attitudini e preferenzialità). Sempre per Jung l’’individuazione rappresenta un processo di elevazione spirituale , porta infatti ad un “ampliamento della sfera della coscienza”, ma l’aspetto fondamentale, detto con terminologia corrente è rappresentato dal fatto che l’individuazione ha come meta l’attribuzione di uno specifico significato alla propria vita
( il senso ed il motivo del nostro essere al mondo ).

La ricerca  e l’espressione di quella parte di sé che caratterizza l’unicità della nostra esistenza, può essere rappresentata come un viaggio che ha inizio con la nascita e prosegue attraversando i sentieri  proposti dalla vita ( intesa qui come casualità ), dall’ambiente e da quanto ci circonda ( che può  funzionare da stimolo o da deterrente), dalle azioni e dalle scelte che operiamo in prima persona e di cui siamo pienamente responsabili.

Appare dunque evidente che, mentre per alcuni individui il cammino di individuazione avviene in maniera se non del tutto aproblematica
 poiché il percorso dell’esistenza è in ogni caso oneroso per tutti ) ma  con modalità improntate a una relativa fluidità e possibilità di conseguimento degli obiettivi di espressione del sé, una gran parte di persone nel percorso di vita purtroppo non sarà messa nelle condizioni di lasciare quell’impronta di unicità  che  spettava per caratteristiche, predisposizioni, fattori intrinseci alla personalità.
 
Secondo la religione cristiana e cattolica,  tutti siamo uguali nel mondo, dal bambino che cresce nelle favelas ai figli dei reali del Regno Unito, lo siamo perché  creati dallo stesso Dio che ha per tutti il medesimo criterio di libertà e salvezza.
Tuttavia la realtà appare significativamente diversa: le identità negate, rappresentate dalla negazione di un’ importante parte di sé per motivi non intrinseci all’individuo ma determinati dal contesto di riferimento, da fattori esterni disturbanti , rappresentano una moltitudine, una umanità che fra lacrime e sangue purtroppo mai troverà una via di partecipazione, liberazione, espressione  e riconoscimento.
Pensiamo a quanto accade in Italia, fra lauree squalificate, carriere predeterminate, giovani   talentuosi e meritevoli costretti a vivere all’ombra di  coetanei stelle di luce riflessa per eredità familiare e di casta; pensiamo ai bimbi che non vedranno mai la nascita di quel sé che conduce alla espressione e realizzazione ( dall’artigiano all’ingegnere nucleare..)  per mancanza di opportunità ambientali dei contesti sociali e politici di riferimento.
Anni fa, nell’illusione di una civiltà in progress, si lavorava in ambito sociale ed educativo con generosità di intenti, amore ed entusiasmo, certi che ogni seme, se pur piccolo, avrebbe generato un’ espressione  di vita , oggi compare il rischio di trasmettere il vuoto assoluto che è fatto di niente, assenza di anime  che ogni giorno vivono consumandosi in un’inerzia fatale .
Dobbiamo dunque abbandonarci a questa sorta di autodistruzione? Non di certo, poiché non compare come libera scelta ma come imposizione di una società che pone ancora una volta, in una sorta di involuzione , i profitti  per pochi, la realizzazione per gli eletti, l’espressione della gioia di vivere collegata all’integrazione di sé che passa attraverso l’individuazione ed il riconoscimento, un paradiso da condividere fra privilegiati.
Dunque, malgrado le identità negate, i torti subiti e gli ostacoli al cammino, da funamboli esperti oggi  molti devono proseguire in equilibrio fra il bisogno delle proprie realizzazioni  ed i nuovi e necessari adattamenti, da cui nasceranno nuove identità e nuove individuazioni.
Per quanto attiene al nostro ruolo di trasferimento dei valori dell’anima e dei saperi umani, non abbandoniamo il compito se pur arduo, e non dimentichiamo che il fuoco sotto la brace è pur sempre vivo anche se qualcuno ha provato a domarlo.

                                        Iacopina Maiolo