Italia21

martedì 24 novembre 2015

25 novembre - Giornata mondiale contro la violenza sulle donne -



 


Non amo le commemorazioni o le giornate in onore  di qualcuno o qualcosa, come è d’uso da qualche tempo  nel mondo multimediatico.

Così si susseguono nel calendario ( e  a volte si sovrappongono ) ricorrenze di vario tipo, ognuna ispirata ad un tema , un contenuto diverso e specifico a cui è possibile aderire anche solo  entrando nel circuito dei like  e degli emoticon  con corredo di cuoricini.

Eccone alcune ( oltre quelle storicamente note e di carattere morale e di reale  valore commemorativo) tratte da  wikipedia e  caratterizzate da una unicità che corre il rischio di divenire  stupidità:
Prima domenica di maggio  Giornata mondiale della risata - 13 agosto  Giornata internazionale dei mancini - 6 luglio  Giornata mondiale del bacio - 2 ottobre - Giornata degli angeli custodi ….e così via, fra la giornata dell’igiene delle mani  e quella internazionale del “vattela a pesca”. Vi assicuro che l’elenco è lunghissimo e vario e se si dovessero onorare tutte le ricorrenze  trascorreremmo il nostro tempo nei  relativi festeggiamenti e rituali.
In questo clima il  25 novembre cade la giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Da destra e sinistra, (se di correnti politiche si può ancora parlare) le adesioni  con eventi, manifestazioni culturali o  ludiche, tavole rotonde, proiezioni di film in tema, ma con quale risultato?
E’ pur vero che l’obiettivo di sensibilizzare la popolazione e creare punti di discussione e crescita comunitaria può essere raggiunto con iniziative che pongano il focus sul problema, ma questo tipo di  interventi non è mai stato strategico al fine di un cambiamento reale ed auspicato.
Dietro gli emoticon, le frasi ad effetto da condividere sui network, i selfie ed i blablabla di convegni e seminari di una giornata commemorativa, c’è il lavoro costante,  attento, delicato e ricco di professionalità degli operatori che contrastano la violenza in prima linea nelle strutture di confine fra il mondo che maltratta , quello che giudica e quello che appartiene  sempre  e solo a loro, le donne vittime di violenza.
C’è un mondo che non si mostra e non mostra la sofferenza ed il dolore ma impegno e costanza risolutivi di piccole ma grandi situazioni, interventi di recupero insperati, terapie per dolori di lunga data e durata.

Nell’epoca del  post femminismo ci sono ancora  donne che tessono trame di condivisione e aiuto opposte alla divisione che distrugge, che in solidarietà , fra sorelle costruiscono legami per delineare un mondo migliore.

Occorrono interventi di prevenzione della violenza a largo raggio, calibrati nel tempo in obiettivi di prevenzione primaria e secondaria ove la violenza ha già posto le sue radici. Ma non andiamo alla ricerca di fondi o di finanziamenti in un momento in cui la precarietà socio economica  è evidente e di difficile cura nel qui ed ora; non cerchiamo o creiamo progetti che prevedano dispendio di denaro o surplus di compensi per chi li detiene ( come fin qui è spesso accaduto negli interventi di enti pubblici o del  terzo settore, l’area che si occupa degli interventi sociali educativi e di recupero).

Che i dirigenti scolastici si occupino della sensibilizzazione e preparazione dei docenti per diffondere e seminare la cultura della non violenza da  educatori quali  in realtà sono.

Che le forze dell’ordine acquistino la giusta sensibilità per penetrare le situazioni difficili ed a rischio al fine di evitare i gesti  irreparabili della violenza sulle donne e non come spesso accade intervenire magari sulla scia della legge antistalking  per trarne clamore  mediatico o protagonismo: spesso per ogni situazione non compresa o lasciata al margine per scarsa considerazione, c’è una donna vittima della violenza estrema.

Noi donne, oggetto dell’interesse in questa giornata, auspichiamo che possa sorgere  in primis in noi, nei nostri gesti e comportamenti, l’unico intento possibile , cioè quello della prevenzione, volgendo lo sguardo all’uomo, nostro compagno da sempre contrastando la  violenza non solo di genere, ma IN GENERE!

Brindisi, 24/11/2015                                                  Iacopina  Maiolo