Siamo abituati a considerare l’eroe /eroina come un essere superiore che si manifesta ed esprime comportamenti ed azioni coraggiose senza valutare le conseguenze che potrebbero arrecargli a livello personale (gesta eroiche).
E’
così che a noi esseri comuni gli eroi (così indicati dalla storia o
rilevati dai media negli eventi di cronaca) appaiono lontani dalla nostra
realtà che non fa clamore, una realtà che riferisce di una vita ricca di
imperfezioni e di spigolosità.
Ma
il sentirsi mediocri o inferiori è una sensazione che spesso trascura
eventi e circostanze in cui abbiamo espresso tutt’altro, mostrandoci forti,
coraggiosi e determinati, impavidi come degli eroi /eroine, appunto.
Ecco
che il viaggio dell’eroe inizia al momento della nascita quando,
costretto dall’orologio biologico a lasciare la comfort zone, mi
avventuro nel canale del parto ed assecondando il moto materno mi spingo
all’interno del tunnel che mi conduce verso l’ignoto…
A
seguire, ogni conquista, ogni apprendimento, anche quelli che appaiono più scontati
e banali richiedono una buona dose di coraggio e temerarietà e se ne siamo
passati relativamente indenni possiamo essere certi che a livello personale
siamo stati, per certi versi, degli eroi.
Ma
l’eroe/eroina manifesta comportamenti che non considerano i confini del sé e si
rivolgono esclusivamente al benessere ed alla tutela degli altri.
Apriamoci
dunque alla riflessione ed al recupero di quelle azioni che ci vedono o ci
hanno visti attenti e disposti alla cura dell’altro/i nel contesto
familiare e dei legami affettivi, in quello lavorativo e comunitario.
In
questa maniera possiamo scoprire che in molti gesti in favore dell’altro
abbiamo espresso una nostra parte di eroismo o meglio, di eroicità,
poiché se l’eroismo rappresenta l’atto estremo di rinuncia al sé, l’eroicità la
possiamo intendere come l’attitudine a divenire naturalmente eroi in
alcune circostanze della nostra vita….
Brindisi,09/10/2023 Iacopina
Maiolo