- "Ogni nuovo inizio proviene dalla fine di un altro inizio." (Seneca)
Entrata
ormai nel gergo comune questa espressione grazie alla felice composizione del
grande Lucio, siamo soliti introdurla quando, ormai prossimi al cambio di
calendario, indichiamo i desiderata. cioè quanto vorremmo si realizzasse
nell’anno a venire.
Sopraffatti
da questa romantica intenzione dimentichiamo che la storia non la dettano
maghi, cartomanti e prestigiatori con il cappello pieno di sorprese
mirabolanti, la STORIA è un divenire, un flusso di eventi che
rappresentano un continuum.
Continuum /s. neutro lat., usato in ital. al masch.- successione continua e inscindibile: il c. spazio-temporale] ≈ continuo(dal dizionario Treccani).
In
quest’ottica, l’unica possibile se intendiamo costruire non ipotesi magiche ma
certezze scientifiche per il futuro nostro e di tutte le popolazioni del
pianeta Terra, ciò che accadrà nell’anno a venire è frutto di quanto si è realizzato
in quello passato, in una concatenazione all’indietro che potrebbe condurmi
fino alla Preistoria.
Così facendo se
da un lato si evidenzia il progresso della civiltà, dall’altro emergono
involuzioni e chiusure se non regressioni.
Se nell’anno
precedente ho seminato odio, guerra e distruzione, è pressoché impossibile che
nel prossimo a venire raccolga pace, amore e fratellanza fra i popoli…
E così via,
purtroppo tante le aree e tanti gli eventi che hanno segnato in negativo la
storia del 2023 e l’ imagine all the people sharing all the world (
immagina tutta la gente condividere il mondo - J.Lennon) rappresenta
un sogno, un’utopia, anche se “fa male al cuore “ dirlo.
Che fare
dunque? Abbandonarci al pessimismo in una visione tragica del futuro?
Certamente no,
non dimentichiamo che la STORIA siamo NOI e che le nostre azioni possono
generare il cambiamento desiderato ed atteso.
Dall’essere
umano preistorico abbiamo imparato a
marcare il territorio con
l’impronta dei piedi e traducendo il concetto in azioni, lasciamo nel nostro
habitat un’orma positiva che possa divenire un segno distintivo di buone
intenzioni e pratiche.
E così dalla
semina, per ogni seme gettato da mani accorte nella giusta stagione (nei tempi
e nei luoghi opportuni) una nuova vita andrà ad arricchire il bene comune
che è costituito dalle genti e dai contesti in cui la loro esistenza si
realizza (sociale, economico, politico).
Seminiamo pace se desideriamo vivere nella pace, seminiamo amore ed elaboriamo l’odio se crediamo nella forza che si oppone alla distruzione.
Buon anno a tutti, che sia un anno non solo di buone intenzioni ma di realizzazioni in favore della costruzione di un cambiamento positivo per qualcuno o qualcosa che vada oltre i nostri interessi ed il mantenimento della propria confort zone.
Per quanto
piccolo o poco efficace possa apparirci, può realmente contribuire a costruire
quel cambiamento che desideriamo per tutti.