Italia21

giovedì 26 maggio 2016

Dalla parte dei giovani




Loro sono i nostri figli, nipoti, cugini…
Essere genitori, , zii-e, nonni, ma anche insegnanti ed altre figure significative, induce responsabilità connesse al ruolo educativo che non cessa mai di esistere indipendentemente dall’età anagrafica :  ad esempio mi piace poter apprendere da un/una settantenne - ottantenne  poiché ha sicuramente qualcosa di unico e di insostituibile  da propormi.
Purtroppo viviamo spesso le creature o con senso di proprietà ( ogni scarrafone è….) o con atteggiamento competitivo ( ai miei tempi eravamo… oggi invece i giovani….) o ancora punitivo ( ma cosa vogliono, sono superficiali, arroganti..).
Questi alcuni della miriade di atteggiamenti, reazioni, risposte, emozioni e stati d’animo che caratterizzano modalità di azione  e di relazione nell’odierna società nei riguardi della fascia di età giovanile e giovanile adulta ( dai 18 ai 40  volendo  riferirsi ad un range abbastanza vasto).
Il dialogo fra generazioni è espressione di una società sana, che costruisce il cammino in divenire raccogliendo e stratificando esperienze ( memorie storiche) che si incastrano come tessere di un puzzle. In questa accezione l’opera storica dei singoli appare unica ed insostituibile,  così come quella biologica del DNA : da una parte trasferiamo eventi, comportamenti, stili di vita e modus operandi, dall’altra geni e catene di acido desossiribonucleico.
Quando la società o i contesti di riferimento sono o divengono meno sani, si perde quel flusso che dovrebbe ininterrottamente mantenere in relazione sistemi quali gli individui, i ruoli e le  classi di appartenenza ( socioeconomiche , psicologiche ed evolutive), i sistemi geopolitici  nazionali ed internazionali ... in un’ottica che consideri aspetti micro e macrosistemici.
Le divisioni divengono rigide, nascono confini, corporativismi, ci si ammala di egocentrismo ed autoreferenzialità, si perde la dimensione della globalità e di quella circolarità che  unisce malgrado le differenze  e le distanze; in particolare si congela quella dimensione storica che  dovrebbe condurre una società arricchita dalla storia dei singoli e della collettività, verso l’acquisizione e la conquista di progressive e nuove tappe di civiltà.

Ecco, nel nostro contesto  che risponde più ai criteri  di malattia che di sana evoluzione, essere giovani è una delle imprese più dure che un essere umano possa sostenere.
E’ vero che spesso mancano le consapevolezze ( e le conoscenze ) che dovrebbero sostenere la ricerca di percorsi idonei ed opportuni ed allora si cade in quegli eccessi disperati che conosciamo ( uso e dipendenza da sostanze, devianze sociali, disagio psichico…), ma è pur vero che anche i buoni intenzionati si scontrano con la dura realtà che è fatta di paradossi, contraddizioni, falsità ed ipocrisie, uso  di leggi, strumenti sociali di aiuto e sostegno a scopo di lucro o vantaggio personale e di casta…

In sintesi
Ai giovani vorrei dire: “acquisite senso critico, analizzate eventi e situazioni onde evitare di essere strumentalizzati da chi sulla vostra pelle costruisce interessi personali, economici e di sistema.
Allo stesso tempo non cessate di amare la vita, la vostra energia ha lo scopo di indirizzare la storia  verso mete e traguardi di evoluzione  positiva”.

A noi, generazioni di adulti  - adulti : “ allarghiamo il cuore e la disposizione d’animo all’accoglienza , alla fiducia ed usando un termine caduto in disuso nell’accezione primordiale che lo caratterizza… all’AMORE .
Aggiungerei , e non ultimi in quanto ad importanza, il piacere e la gratificazione  che  derivano  dall’attenzione e dalla cura educativa dei giovani!

Brindisi, 26/05/2016                                             Iacopina  Maiolo