Proponiamo uno
stralcio,tratto dal sito
del Governo Italiano ( www.governo.it-Home
: Il Governo
Informa ), del dossier del 16 maggio 2014 su “ La riforma del Terzo Settore : un nuovo Welfare
partecipativo”
- Il
presidente del Consiglio, Matteo Renzi …. ha aperto una consultazione pubblica
con i cittadini per costruire un nuovo "Welfare partecipativo".
Tra gli obiettivi principali vi è quello di costruire un nuovo Welfare partecipativo, fondato
su una governance sociale allargata alla partecipazione dei singoli, dei
corpi intermedi e del Terzo settore al processo decisionale e attuativo delle
politiche sociali, al fine di ammodernare le modalità di organizzazione ed
erogazione dei servizi del welfare, rimuovere le sperequazioni e ricomporre il
rapporto tra Stato e cittadini, tra pubblico e privato, secondo principi di
equità, efficienza e solidarietà sociale. Un secondo obiettivo è valorizzare lo straordinario potenziale di crescita
e occupazione insito nell’economia sociale e nelle attività svolte dal Terzo
Settore,
che, a ben vedere, è l'unico comparto che negli anni della crisi ha continuato
a crescere, pur mantenendosi ancora largamente al di sotto …… il terzo
obiettivo della riforma è di premiare
in modo sistematico con adeguati incentivi e strumenti di
sostegno tutti i comportamenti donativi o comunque prosociali dei cittadini e
delle imprese, finalizzati a generare coesione e responsabilità sociale. -
Provo
a reinterpretare le affermazioni renziane in maniera personale, ma
seguendo le logiche di quelle cittadinanze attive ed anche consapevoli di cui
in piena umiltà sento di far parte .
Riformiamo
non si sa bene cosa dal momento che attualmente le problematiche legate alla
fase che stiamo attraversando, definita situazione di grave crisi economica , hanno offerto l'opportunità
di tagliare, anzi, eliminare totalmente, quelle aree di intervento sociale che
comunque risultavano essere un supporto, se pur di minima entità, per
situazioni e casi di profonda deprivazione.
Con quali strumenti inoltre si pensa di
intervenire valorizzando le potenzialità del Terzo settore se il medesimo governo lo ha privato di
quella linfa vitale costituita dallo stanziamento di fondi rivolti al
superamento ed alla prevenzione dei fenomeni di degrado sociale?
E
ancora, quali i comportamenti
prosociali e donativi da premiare in un momento di grave tensione e
preoccupazione per la perdita del lavoro ( reale o da venire), i conti in rosso
e l’assillo di tasse e bollette da pagare ? Rientro nella fascia da premiare se
non cedo alla tentazione di mandare a quel paese la mano di colore che
al supermercato o al parcheggio dell’iper mi si para innanzi (mentre affannata
e carica tento disperatamente di rintracciare le chiavi dell’auto e di
riportare il carrello al suo posto) ma la rimpinguo con una moneta da 50 cent?
Sono da sempre
convinta, pur ritenendo fondamentali i processi di empowermewnt, cioè di rafforzamento delle risorse individuali con
lo sviluppo di strategie idonee al superamento delle problematiche , che lo
stato debba occuparsi in maniera diretta ed amorevole di chi ha bisogno senza
per questo temere di cadere in quello che è stato definito un welfare di tipo assistenzialista.
Un
governo che non si occupa più delle
fasce deboli della sua popolazione perché ci sono carenze da colmare ed aspetti
più importanti da considerare, è un governo che ha decretato la
"morte" di quelle categorie sociali già definite "gli
invisibili". Riprendiamoci il welfare dunque, e torniamo ad
"investire" sui poveri, le donne, i bambini, i malati psichiatrici …
Brindisi,04/02/2015 Iacopina Maiolo