Art.1 della Costituzione italiana
« L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul
lavoro….”
Art. 4 della Costituzione italiana
“La repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al
lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere secondo le proprie possibilità e la propria scelta, una attività o una funzione che concorra al progresso materiale e spirituale della società”
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere secondo le proprie possibilità e la propria scelta, una attività o una funzione che concorra al progresso materiale e spirituale della società”
Art. 36 della Costituzione italiana
”Il
lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità
del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia
un’esistenza libera e dignitosa….”
Parlare di diritto al lavoro e di dignità lavorativa ( come recita l’art.
36 della costituzione di esistenza libera e dignitosa grazie all’attività lavorativa
) oggi, con le problematiche emergenti nella società italiana, pare un bluff, o
meglio, per dirla in gergo social, una bufala.
Per non dire della promozione di tale
diritto da parte della repubblica ed addirittura del dovere del
cittadino non solo di svolgere un’attività in base alle proprie possibilità, ma
anche su scelta ( propria, individuale, si lascia supporre motivazionale
) e che concorra al progresso materiale e spirituale della società.
La verità è che siamo ormai il paese
delle falsità ideologiche che si traducono, nella prassi, in un vuoto non solo
di azioni ma anche di intenzioni.
Avrebbe un senso di realtà ( se pur amara ) riscrivere questi
articoli alla luce dell’evidenza odierna che non lascia spazio al rispetto
dell’individuo, sia negli aspetti morali che materiali; che non coglie il profondo significato etico che
sottende alla costruzione di un progresso sociale basato sull’apporto che
ciascun individuo può fornire alla società mediante il proprio lavoro e lo svolgimento della propria funzione.
Oggi coloro che si ritengono “illuminati” e che detengono il potere
economico e sociale ( poteri in cui rientra anche ma non solo la leaderschip politica ) parlano di salario
dignitoso, stabilito con i criteri della beneficenza da diffondere in
favore di quanti, dai medesimi
considerati quasi un alter ego in
negativo, non appartengono alla sfera dei predestinati.
Abbiamo da imparare da quei paesi della UE che offrono alle fasce a
rischio di povertà o già nell’area del disagio socioeconomico, assegni sociali
pari agli stipendi dei nostri insegnanti, con incrementi legati alle esigenze
educative e di tutela della crescita psicofisica dei figli. Il percorso di vita
dei giovani individui appare improntato fin dalla nascita all’integrazione sociale, psichica ed economica: la scelta
scolastica è orientata in base a caratteristiche attitudinali e motivazionali, l’alternanza scuola lavoro è
retribuita e conduce ad un inserimento
lavorativo sicuro…
E’ vero, l’Italia appartiene alla
fascia del degrado delle popolazioni d’Europa , ma non è questo il problema.
Non si risale la china, o meglio, non
si fa quel salto di qualità necessario per rendere la qualità della vita delle
comunità ispirata a criteri di civiltà
e di rispetto della dignità delle genti, senza progetti di ampio
respiro, che pur nella necessità di fronteggiare la crisi economica
emergente , abbiano alla base quei principi della costituzione citati.
Le riforme tanto invocate dalle istanze
dei governanti non possono essere solo
uno strumento per far quadrare i conti. Se la manovra economica ( la
legge finanziaria) ha lo scopo di
regolare la politica economica con specifiche misure di finanza pubblica e di politica di bilancio, attendiamo nuove
leggi e riforme del welfare per sostenere attivamente i percorsi auspicabili
per una società civile attenta ai bisogni del suo popolo.
E
con estrema urgenza, perché da tempo abbiamo imboccato la via del declino;
destiniamo inoltre alcune risorse alla formazione delle leaderschip politiche
ed economiche nell’area delle scienze umane e dell’etica ispiratrice
della nostra costituzione, strumento tutt’altro che obsoleto, ma volto al progresso in favore della civiltà.
Brindisi,11/04/2017
Iacopina Maiolo
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