Italia21

mercoledì 25 maggio 2011

Genitori non si nasce


 L’utilità  di esperienze quali la Scuola Genitori e la Banca del Tempo
Genitori non si nasce
come provare a descrivere un concetto tanto usato ma così tanto poco compreso fino in fondo?
L’aspetto nodale è che si diventa genitori dopo una dura gavetta , o meglio solo grazie e contemporaneamente  all’esperienza.

Viviamo in famiglie con” nidi pieni” ad oltranza ,  ben lontane dalla sindrome del nido vuoto ( vedi in Winnicot D.W. “La famiglia e lo sviluppo dell’individuo”) o con cordoni ombelicali lunghissimi che malgrado le distanze fisiche esistenti per motivi di studio – lavoro continuano a tener in piedi legami “ fuori tempo” fra figli quarantenni e genitori settantenni che continuano a detenere la delega educativa e della responsabilità dei propri “ rampolli” ( che magari nel frattempo hanno messo su famiglia).

In ambito psicologico  il Genitore rappresenta lo stadio ultimo di evoluzione psichica e contiene in sé aspetti personali ed aspetti mutuati ( o meglio ereditati) dal genitore reale.

Il riferimento all’ultimo episodio di cronaca, oltremodo doloroso, della piccola Elena, compare fra le righe e necessita  di analisi libere sia  dal giudizio, che da superficiali  e compassionevoli forme di comprensione per l’accaduto.
La gravità è manifesta  nella conclusione indesiderata: la morte della piccola.

Dovremmo chiederci  quanti siano gli episodi sfociati in tragedia a causa di  errori di accudimento che accadono in maniera totalmente indesiderata,ovvero  non  intenzionale, per distrazione o superficialità.

Sappiamo bene  che esser genitori significa spesso un eccesso di stress che, aggiunto a quello lavorativo e sociale, può determinare una risposta  che è molto simile all’annientamento della volontà e del comportamento responsabile e consapevole.
Ma assumere le proprie responsabilità fino in fondo, da adulti,  significa non delegare mai ad altri ( sia anche la società ) ciò di cui si è responsabili in prima persona.
Significa anche comprendere il proprio limite, il disagio in agguato e sapervi porre rimedio.
Non possiamo  in alcun modo attribuire o delegare ad altri  il “dolce peso” della genitorialità, quando ne assumiamo il ruolo.
Sarebbe come dire che mentre sono responsabile di un errore anche se involontario nell’espletamento del mio lavoro , quando svolgo il ruolo di genitore  posso liberarmi dal peso di comportamenti inadeguati perché errare humanum est.

Che fare dunque nel caso che queste competenze genitoriali e la loro acquisizione sul campo determino esiti tragici?
La comunità ( di relazione, sociale, politica, )  ha in ogni caso l’obbligo di porsi  il quesito e di trovare possibili interventi.
E’ pur vero che i genitori alle prime armi non hanno riferimento alcuno se non le rispettive famiglie di origine, ove esistenti e soprattutto capaci; la Scuola Genitori è un’esperienza che è nata nella seconda metà degli anni ’90 ad opera dei consultori familiari, associazioni di volontariato, terzo settore, ed  in alcune realtà con  politici e manager della sanità “ volenterosi”, si è radicata nel territorio e rappresenta un costante riferimento, che prosegue dopo il parto ed accompagna i genitori con iniziative concrete, di aiuto, fra cui la banca del tempo.   
La banca del tempo è uno scambio di  favori  fra soggetti in relazione fra loro , che avviene in maniera strutturata e coordinata
Da Wikipedia  La Banca del Tempo (abbreviato, BdT) è un tipo di associazione che si basa sullo scambio gratuito di "tempo".
Ciascun socio mette a disposizione qualche ora per dare ad un altro socio una certa competenza. Le "ore" date vengono "calcolate" e "accreditate" o "addebitate" nella Banca. Può succedere così, che non sia la stessa persona a "rimborsarle", ma un'altra. Tutti gli scambi sono gratuiti; solo è previsto un rimborso spese (per esempio, per i mezzi di trasporto o eventuali materiali utilizzati nel lavoro svolto) e una quota associativa, per lo più annuale, variabile da Banca a Banca. Ogni ora viene valutata per un'ora, indipendentemente dal valore monetario del tipo di prestazione svolta. Le attività delle BdT sono molto diverse: lezioni di cucina, manutenzioni casalinghe, accompagnamenti ( a scuola ), ospitalità, e babysitteraggio, cura di piante e animali, scambio, prestito o baratto di attrezzature varie, ripetizioni scolastiche etc. Anche il tempo dedicato all'organizzazione, all'accoglienza, e alle riunioni o feste viene in genere valutato come tempo scambiato e quindi accreditato o addebitato nel conto personale del socio.

INTERESSANTE vero? Esiste anche un sito che rappresenta l’Osservatorio nazionale delle Banche del Tempo ( http://www.tempomat.it/ )

Che ne pensate, può essere sufficiente non solo per  un’utile opera di prevenzione ma anche per fornire il giusto sostegno mirato all’acquisizione di quello che il già citato  Winnicot  definisce spazio mentale interno  ovvero  lo “spazio mentale” che i genitori costruiscono per il figlio, grazie al quale è possibile  sviluppare comportamenti adeguati di cura ed attenzione nei riguardi del bambino?
                                                                         
Io penso di si…
Se condividete lavoriamoci su…..

Brindisi, 25 maggio 2011                                       Iacopina Mariolo



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