Italia21

sabato 14 maggio 2011

FEMMINICIDI (Melania e le altre)



Vengono chiamati “femminicidi” e sono gli omicidi commessi contro le donne.
Prendono  questo nome solo se l'assassinio è scaturito per motivi legati al fatto di essere donna

Se ci guardiamo intorno, ci accorgiamo che i delitti più eclatanti, quelli che hanno avuto “scalpore” mediatico, sono tutti  a danno di donne, per giunta giovani. (Sarah, Yara, Melania, delle quali tuttavia non sappiamo  se la mano o la mente omicida sia stata maschile; la povera Elisa Claps, la cui uccisione data 12 anni, a queste si aggiungono le altre donne ( purtroppo la lista dei femminicidi è lunga) che in questi ultimi anni  son salite alla ribalta della cronaca perché uccise con ferocia da uomini a loro vicine , spesso compagni, fidanzati, mariti o ex, con  barbarie del tutto fuori luogo e non legate a situazioni particolari di vita che potrebbero aver generato l’azione scellerata.

Bisognerebbe rivedere  le percentuali dei delitti  ( femminicidi ) negli ultimi 50 anni e fare un confronto.
Sociologi e criminologi che hanno accesso ai dati ci dicono che nulla è cambiato e che la violenza efferata nei confronti delle donne è sempre esistita: un esempio? Il mostro di Roma, che ha dato vita al caso Girolimoni, presunto colpevole poi riconosciuto innocente, che seminò il terrore negli anni del fascismo con l’uccisione di inermi e piccolissime bambine dopo averle stuprate.
C’è  chi fa riferimento addirittura  a Jack Lo Squartatore, pseudonimo dato al serial killer di giovani donne che agiva nella Londra di fine’800.

Bene… cioè, male, ma il punto non è questo : nessuno mette in discussione che i crimini efferati nei riguardi delle donne ci siano sempre stati, ma, oggi, nell’anno 2011 alcune considerazioni sono più che opportune, direi  inevitabili:
-      l’oscurantismo legato a retaggi culturali di caccia alle streghe dovrebbe essere trascorso da almeno un millennio e perciò TOTALMENTE  superato ;
-      la liberazione sessuale  e dai tabù  che le donne hanno  attuato ha reso l’approccio alla sessualità decisamente meno problematico e di più facile realizzazione ( per entrambi i sessi );
-      uomini e donne possono vivere un intercambiabilità di ruoli dal punto di vista sociale, familiare, relazionale;
-      uomini e donne cooperano in molti settori  con reciprocità e piena collaborazione, in contesti pienamente  improntati alla parità.

Alla luce di queste considerazioni, aldilà  delle mancate realizzazioni lavorative, politiche e sociali  che in certi contesti sono ancora una dura realtà da affrontare per creare la verità parità non solo di realizzazioni ma anche di opportunità, possiamo enucleare:
Hillary Clinton, Camusso, Marcegallia, Lorenza Lei da ultima. Sono solo  alcuni nomi noti, ma nella storia passata e presente, tante sono le donne che hanno calpestato il sentiero dell’immortalità…
E che ognuno aggiunga chi crede e conosce nel proprio contesto  nel sito che vi segnalo http://digilander.libero.it/comfox/d_donne.htm


Dunque? Perché a tali livelli di civiltà  nel rapporto uomo- donna e  nella considerazione delle realizzazioni delle donne , l’animo maschile agisce in maniera così torbida ed oscura da perdere la consapevolezza  e giungere all’uccisione del proprio “oggetto “d’amore e di relazione?

C'è un netto contrasto dunque fra l’apparenza  e la realtà.

Bunuel ( famoso regista scomparso nel 1983) nel suo noto film “Quell’oscuro oggetto del desiderio” (1977) ben affrontò il tema del desiderio maschile , che ha spazi di grande istintualità con una vasta componente irrazionale, ma viene per così dire addomesticato” dallo stesso uomo.

Dobbiamo dunque pensare che fenomeni quali la guerra, la corruzione, le barbarie,siano inevitabili alla stregua dei corsi e ricorsi della storia? Che a causa della natura umana, il lato oscuro dell’uomo in quanto maschio possa in individui ritenuti normali in altre circostanze di vita, di colpo ed in maniera del tutto imprevedibile avere il sopravvento  con comportamenti di grande distruttività nei confronti delle donne in quanto femmine?
Sono numerosi gli esperti  che ritengono questo aspetto determinante  per la spiegazione delle efferatezze maschili nei confronti del femminile alle quali assistiamo oggi.

Sarebbe troppo  sbrigativo e superficiale

Non è difficile comprendere che si è di fronte ad un fenomeno multifattoriale. Servono analisi, studi e ricerche su psiche, comportamenti ed azioni, indipendentemente dalle menti criminali, che possano analizzare ed interpretare seriamente e non con lo spirito del  fatalismo storico o del determinismo mutuato da vecchie impostazioni cliniche  o del gossip (come oggi è d’uso), quanto accade,

Ci vorrà del tempo, ma questo apre nuove frontiere alla psichiatria ed alla psicologia, in quanto la criminologia è già rappresentativa di qualcosa che è avvenuto, di cui non si può che prendere atto  passando allo studio della mente criminale che ha commesso il gesto efferato.
Infatti lo studio del singolo, o lo studio del comportamento deviante non rende assolutamente ragione dell’opera di prevenzione, rappresenta il punto di arrivo di un percorso….ma dov’è l’inizio? Non si può ahimé tornare indietro come in un rewind……….

Servono dunque elementi nuovi, quali studi e ricerche , ma anche nuovi interventi perché l’educazione alla civiltà  che si esprime con sane istanze e comportamenti adeguati  nei riguardi dei propri simili, inizia dalla culla.
Occorreranno decine d’anni, ma bisogna iniziare.In questa società non abbiamo ancora appreso la definizione ed il concetto di PREVENZIONE PRIMARIA , termine con il quale si intendono tutti gli   interventi di natura sanitaria, sociale, economica ed educativa volti ad impedire che un determinato evento nocivo per la salute  possa manifestarsi.
I
Interveniamo, tornando nello specifico, con centri antiviolenza, antistalking, comunità rifugio…ma è come se si fosse sempre in guerra ed i rimedi possibili solo  la cura delle ferite  o la fuga dal campo di battaglia !

Tutto questo si traduce in un unico messaggio: cosa si fa per evitare l’irreparabile?

LISTA dei giusti interventi:
o   ampliare gli studi longitudinali ( su uno stesso individuo nel corso degli anni) per stilare una serie di fattori di rischio su cui sia possibile intervenire per l’opera di prevenzione;
o   attuare una serie di interventi pratici fra cui rendere obbligatoria       e continuativa  fino all’età dell’adolescenza la formazione alla genitorialità ancor prima della nascita dei figli ( dal periodo della gestazione);
o   sottoporre a seria analisi  i contenuti e gli strumenti di gioco quali playstation , video game, e del settore  “intrattenimento” quali programmi televisivi ed ondine;
o   educare bambini e bambine, ragazzi e ragazze, uomini e donne, all’affettività ed alla sana espressione delle emozioni nel rapporto uomo donna….
L’elenco è lungo, ognuno aggiunga mentalmente quelli che riconosce possano essere siano i giusti interventi.

Bisogna Iniziare SUBITO perché ogni istante che passa è prezioso!

Una domanda tuttavia mi sorge spontanea alla luce dei tanti mancati interventi -  è possibile che l’aggressività estrema  nei riguardi delle donne, il femminicidio, appunto, sia funzionale all’attuale sistema sociale e culturale e di relazione? -  Il che significa chiedersi se è utile a qualcuno o a qualcosa.
 Mah! Sarebbe  uno dei paradossi di questa nostra società e non è questo il contesto per analizzare il fenomeno in tal senso.
Tuttavia una metafora mi sembra opportuna : sarebbe come una pentola a pressione che ha bisogno della valvola  che consente di far sfiatare  un po’ di vapore, quel giusto che serve per evitare l’esplosione!

In ogni caso non potremo reggere a lungo, operiamo il cambiamento noi, nei nostri micro contesti relazionali, educhiamo i piccoli ed autoeduchiamoci per quanto ancora possibile operando la giusta prevenzione.

Brindisi 13 maggio 2011          Iacopina Mariolo



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