
Chi di noi da una certa età in poi ( non ci riferiamo ai
giovani, essi stessi oggetto di tutela
anche se in via non esclusiva, ma a coloro che si trovano ad assistere genitori o familiari o altri ) non è incorso in una
situazione che ha turbato l’equilibrio
fisico e mentale lasciando., se è avvenuta la perdita del caro assistito, un
vuoto incolmabile denso di stanchezza, paura,
dolore, confusione ?
Il termine care giver ha il significato di colui che
cura , che si prende cura, assiste una persona in stato di particolare
vulnerabilità, incapace di autonomia e
gestione autonoma delle proprie funzioni di vita.
Oggi assistiamo è vero al proliferare di badanti ed
assistenti remunerati che a volte, oltre alla piena disponibilità offrono
spesso una gestione professionale del malato, anche sulla base di percorsi
formativi specifici ( la formazione in Operatore Socio Sanitario, denominata
OSS è oggi fra le più richieste ) ma è giusto chiedersi se anch’essi , in
quanto care giver se pur per mestiere, abbiano bisogno di sostegno psicologico,
o meglio, morale.
Vivere quotidianamente accanto a chi dipende da noi per la
sopravvivenza, cioè per lo svolgimento delle funzioni vitali, è compito arduo e
sfibrante, che tocca gli aspetti
dell’integrità psichica ed anche fisica, essendo in termini di dispendio di energie spesso un’attività fra le più
pesanti da svolgere.
A questo punto sarebbe anche opportuno chiedersi se tutti siamo in grado di svolgere tale
compito, anche quando ci tocca da vicino poiché siamo costretti a
prendere in cura un nostro caro in condizioni di fragilità fisica – psichica.
Ancor più tale aspetto è da considerare qualora optassimo per la scelta
lavorativa di assistente care giver, infatti non è sufficiente considerarla una
possibilità occupazionale, senza tenere nella giusta considerazione la scelta
motivazionale, che si accompagna a predisposizioni, talenti e capacità
intrinseche alla persona .
Sono in molti nel presente così povero di opportunità
lavorative ad immaginarsi nei panni
dell’assistente improvvisato magari nelle lunghe notti del malato degente
ospedaliero, o dell’OSS con qualifica professionale che finalmente può ottenere
il tanto sospirato contratto a tempo indeterminato presso una struttura per
anziani, disabili fisici e psichici etc..
E’ superfluo ribadire che se non si possiede empatia (
capacità di entrare in contatto con il mondo di sofferenza del malato senza
esserne travolti e dunque offrendo amorevole sostegno ) è opportuno
seguire altri percorsi ed essere onesti con se stessi ma in particolare con
quanti dovremmo prendere in cura.
Per dirla con poesia e spiegare quanto amore debba accompagnare questo tipo di relazione
di aiuto, possiamo riferirci ai testi di due canzoni d’autore scusandoci con
eventuali coautori di cui non è diffusa la paternità : “La
cura” ( Battiato ) che sebbene si rivolga in particolare al rapporto di coppia,
ha un contenuto estendibile all’amorevole rapporto che deve guidare il sostegno
nei confronti dell’individuo bisognoso di assistenza; “Il conforto” ( T.Ferro
).
…supererò le correnti gravitazionali / lo spazio e la luce
per non farti invecchiare/E guarirai da tutte le malattie/perché sei un essere
speciale ….ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza /percorreremo assieme le vie che portano all’essenza…/ti
salverò da ogni malinconia perché sei un essere speciale ed io avrò cura di
te/io si ,che avrò cura di te ( da “ La cura” di F. Battiato)
...Sarà che
piove da luglio /Il mondo che esplode in pianto /Sarà che non esci da mesi/ Sei
stanco e hai finito i sorrisi soltanto/Per pesare il cuore con entrambe le mani
ci vuole coraggio/ E occhi bendati, su un cielo girato di spalle /La pazienza,
casa nostra, il contatto, il tuo conforto /Ha a che fare con me/ È qualcosa che
ha a che fare con me…/ Per pesare il cuore con entrambe le mani ci vuole
coraggio/ E tanto tanto troppo troppo troppo amore ( da “ Il conforto” di
T.Ferro).
Un
abbraccio empatico ed un caro saluto
che sia di sostegno a quanti sono oggi
coinvolti in relazioni di aiuto e di assistenza con la consapevolezza dei
propri limiti e delle difficoltà in itinere, ma soprattutto con la certezza che
la loro vita è e sarà unica, densa e piena di feedback positivi e di ricchezza
umana e morale.
Brindisi
28/03/2017 Iacopina Maiolo