E ’il caso di chiedersi
se l’amore sia una capacità intrinseca all’individuo, incastrato nel DNA come i
tratti somatici o le urgenze del temperamento che spesso dirige con impeto le
azioni e i comportamenti umani oltre la volontà del singolo.
Oggi ancor più appare
necessaria la comprensione e la risposta al quesito, poiché il termometro
emozionale della società attuale indica uno stato di apatica partecipazione se
non assenza dei sentimenti.
Non solo l’empatia,
cioè la capacità di comprendere quanto l’altra persona provi a livello
emozionale è diventata tanto rara da essere classificata come debolezza o
ingenuità dettata da altruistiche tendenze ormai fuori moda, ma l’amore in sé e
le sue manifestazioni sono state relegate a iconiche rappresentazioni di
faccine sbaciucchianti o a fiumi di
cuoricini, tutti identici nella forma e nel significato.
E’ anche di
tendenza riconsiderare la parola amore come inutile orpello del vocabolario
italiano, privilegiando l’uso di termini
quali: io, denaro, sicurezza, forza, vittoria, potere, grandezza…
Non è che il termine
amore in assoluto non venga più usato,
ma la sua essenza è venuta meno e l’uso che se ne fa è mirato al consumo in
occasione di festività e ricorrenze alla cui base c’è una relazione affettiva (
dalla festa della mamma e del papà, alla
festa degli innamorati ovvero San Valentino..)il tutto con criteri mirati al consumo ed al profitto.
Inoltre vige una regola
sui social, dell’emozionare ed emozionarsi con frasi ad effetto, video ed
affini, il cui contenuto è spesso l’amore ed i suoi derivati. Per carità, tutti
noi, pena l’esclusione dalla vita civile, ne facciamo uso, ma la consapevolezza
dei limiti di queste modalità di comunicazione è essenziale per mantenere un
sano e corretto esame di realtà : l’amore qui descritto non è il sentimento che
scuote e muove le nostre anime nella
vita reale, rappresenta solo una sterile espressione multimediale dell’idea che
abbiamo dell’amore.
Ma torniamo al quesito
iniziale: il senso dell’amore è innato
nell’essere umano?
Se già per Aristotele (
IV sec. A.C.) l’essere umano è un animale
sociale poichè calato in contesti di relazione e pertanto tendente
all’aggregazione con altri individui per costruire la società, la domanda, per
quanto possa trovare una risposta alla luce di recenti studi e ricerche in
ambito psicobiologico, appare superflua,
visto che nessuno di noi nasce e vive in foreste della Papuasia allevato da un
branco di scimmie ( sebbene tali episodi siano accaduti ), pertanto l’amore ed i suoi affini e derivati,
in quanto strettamente correlato alle relazioni umane, può far parte di noi fin
dalla nascita.
L’ipotesi è legittima,
in quanto bisogna chiamare in causa altri fattori, quali la qualità dell’accudimento
che ci viene riservato quando siamo neonati, le modalità educative a cui siamo
sottoposti negli anni che caratterizzano la nostra crescita.
Quindi, se il processo
di attaccamento ( per approfondimenti è
di John Bowlby 1907-1990 la teoria dell' attaccamento, per la quale il processo di cura che l’individuo riceve dalla
nascita e nei primi anni di vita, ha un ruolo centrale nell'individuo e nello
sviluppo della sua personalità)si snoda lungo percorsi per così dire ortodossi,
l’individuo possiede la capacità di dare e ricevere amore.
Se, comprendendo anche le
esperienze traumatiche e le gravi carenze educative a cui
malauguratamente possiamo essere stati esposti,
camminiamo, viviamo la quotidianità in regime di sufficiente
integrazione fra noi ed il resto del mondo, conosciamo il significato della
parola amore.
Dunque la maggior parte di noi, grazie
a Dio, è in grado di operare scelte e liberi arbitri, fra cui l’adesione a
percorsi di vita in cui l’amore abbia un ruolo fondamentale o venga, negletto,
relegato in un angolo della propria anima ed espresso solo sotto il pieno
controllo della ragione , senza abbandonarsi mai a
momenti di coinvolgimento e piena adesione al sentimento d’amore.
Un esempio tratto dal vivere
quotidiano
- Un politico
dotato di senso amoroso, può
affermare: non abbiamo la forza per sostenere il fenomeno dell’immigrazione,
pertanto chiediamo l’intervento di tutti i paesi d’Europa, insieme dobbiamo collaborare
e dare aiuto a quanti chiedano accoglienza, ma non intendo usare gli stessi
migranti come merce di scambio ledendo il loro diritto all’aiuto umanitario.
Quali sono dunque i
sentieri, oggi, per dare e ricevere amore?
Esiste un’unica opzione
quando si tratta di faccende umane, ritenere
che in ogni intenzione, gesto o azione, l’amore possa avere il suo ruolo e quando non
compare è d’obbligo ricercarlo.