Italia21

sabato 11 dicembre 2021

“Rassegnazione o trasformazione? Quale atteggiamento è più corretto per vivere in sintonia con il nostro ben essere?

 

          



Partiamo dal significato e dalla etimologia  del termine rassegnazione ( da Treccani): forse dal latino resignare 'rompere un sigillo, rivelare'; forse da assegnare, con un prefisso intensivo. 

1. Rinuncia a un incarico, a una carica: rdi un mandatordelle proprie dimissioni2. Accettazione della volontà altrui anche se contraria alla propria; disposizione dell’animo ad accogliere senza reagire fatti che appaiono inevitabili, indipendenti dal proprio volere: soffrirepatire con santatranquillaeroica r …

Passiamo al termine trasformazione: etimologia dal latino transformatio da transformare, composto da trans oltre, al di là, e forma, aspetto. Il significato del termine trova applicazione in vari settori

 

1.  Ambito psicologico: cambiamento nella vita intellettuale o affettiva. Subire una t.; la t. del carattere

2.  In fisica: trasformazione intesa come il passaggio di un corpo o di un sistema da uno stato individuato da certe condizioni a un altro in cui almeno una di esse sia cambiata

3.  In matematica, corrispondenza nel significato geometrico di corrispondenza fra punti di un piano o nello spazio.

4.  In chimica: trasformazione chimica, reazione.

5.  In ambito topologico , geografico e geologico: la t. di una città, di una regione

6.  In biologia   la t. della crisalide in farfalla, del girino in rana

( metamorfosi)

Sulla base dei significati e dell’etimologia dei due termini, possiamo affermare che sono completamente differenti e da questa differenza derivano, quando li assumiamo per le nostre vite, comportamenti ed effetti spesso diametralmente opposti.

Quando con rassegnazione accetto gli eventi, li rimetto ( ri- assegnare) nelle mani di qualcun altro ( cosa o persona che sia, dal destino alla volontà divina e così via…)

Quando penso o decido di procedere ad una trasformazione dell’evento o di una situazione o di me stesso, accetto di intervenire attivamente attuando comunque una forma di cambiamento.

In effetti la nostra esperienza di vita nella sua globalità vede il cambiamento e la trasformazione come elementi costanti ed imprescindibili dell’atto dell’esistere, che è fondamentalmente dinamico e mai statico, per cui nulla rimane invariato nel tempo…

Erik Erikson, psichiatra e psicanalista allievo di Freud ma che ha preso le distanze dagli stadi di sviluppo freudiani, ha ben descritto la trasformazione che avviene nell’individuo quando supera una fase critica dello sviluppo, in un processo che procede dalla nascita alla fine della vita.

Ogni stadio dunque genera un conflitto fra due istanze differenti, ed il suo superamento determina un arricchimento ed una trasformazione dell’individuo.

1°stadio. La prima infanzia: conflitto fra fiducia - sfiducia Va dalla nascita fino a un anno circa. 2°stadio.La seconda infanzia: fra  autonomia - vergogna e dubbio Va da 2 a 3 anni . 3° stadio. Età del gioco: fra  senso di colpa – iniziativa .Va da 4 ai 5 anni.4° stadio Età scolare:  fra industriosità – inferiorità 5°stadio Adolescenza: fra identità - dispersione dei ruoli 6°stadio Giovinezza: fra intimità e solidarietà - isolamento 7°stadio. Età adulta: fra generatività - stagnazione 8°stadio Età matura: fra integrità dell’io e disperazione I due conflitti, in questo ultimo stadio di sviluppo, vedono un’integrità dell’io o all’estremo opposto un sentirsi disperati. Tutti noi con la maturità dovremmo conseguire un’integrità dell’io tale da consentirci di vivere al meglio la nostra vita., Il nostro compito è dunque quello di rivedere le fasi precedenti ed i conflitti che ne sono derivati riappacificandoci anche con le eventuali carenze e vissuti traumatici. Se il viaggio della vita ha visto una risoluzione positiva dei conflitti precedenti infatti, non si avvertono più cocenti rimpianti o carenze ma possiamo sperimentare la giusta integrità dell’io.

La trasformazione ed il cambiamento appaiono dunque inevitabili, è pur vero che in alcune situazioni la nostra volontà appare sopraffatta dalle circostanze, ma dove c’è un anelito di vita e di speranza, compare la possibilità di introdurre cambiamenti non accettando passivamente e con rassegnazione gli eventi.

“Abbiamo sempre due scelte nella vita: accettarla così com’è o accettare la responsabilità del cambiamento”. Denis Waitley.

Brindisi, 11/12/2021                                         Iacopina Maiolo