Un tempo non lontano,
si consigliava (fin da piccoli) di tenere
un diario sul quale annotare giornalmente gli eventi trascorsi, e quanto,
fra emozioni, stati d’animo, pensieri, riflessioni, legati ad essi…
Ecco l’importanza delle
parole, che, attraverso la scrittura offrivano ampi spazi di comprensione, di
lettura ma anche rilettura degli eventi, con la possibilità di mettere in
discussione le proprie e le altrui azioni senza pregiudizi mescolati a falsità
ideologiche.
Proviamo a leggere un’ipotetica pagina di diario scritta a fine giornata da qualcuno che vive in questo tempo privo di embrioni di
coscienza e consapevolezza:
Caro
diario
oggi
sull’autobus abbiamo urlato contro questi neri che hanno invaso il nostro
paese, è troppo, li vedi lì tranquilli al cellulare, vestititi bene… non di stracci, anche i bambini, sono
paffuti , vuol dire che mangiano, li
trattano bene …TORNATEVENE A CASA, qui
avete finito di vivere a sbafo sulle spalle di noi italiani…Qualcuno,
alla fermata del bus ha preso una pietra e l’ha lanciata verso quella donna,
quella con il bambino bello e paffuto che il mio è anche malato ( ha una
malattia autoimmune come si chiamano ora, e mi fa disperare per la sua salute.)
BASTARDI.. A CASA!!!
Un
sasso , il sangue sulla testa del bambino.. sangue,il sangue colava giù, la madre è caduta e molti
hanno riso..Dio che ho fatto!
Domani
ti cerco, devo chiederti scusa, signora dal colore scuro e dai denti bianchi ,
potremmo portare i nostri piccoli a giocare, lontano dagli occhi di quei poveri
folli che istigano alla violenza senza
fermarsi a pensare e a chiedersi il
perché delle proprie azioni…