Italia21

venerdì 13 marzo 2020

Sembra di vivere un incubo


 

 Sembra di vivere un incubo, ma la certezza di svegliarci riprendendo il contatto con la realtà è pura illusione: il mondo reale rappresenta il peggior incubo possibile, replica di un the day after vissuto da spettatori partecipi e suggestionati ma pur sempre in grado di tornare ad una realtà certa e prevedibile.

Eppure è accaduto l’imprevedibile, senza lasciarci il tempo di replicare o di esprimere un parere, e ci ha messi difronte non solo alla nostra fragilità di singoli, ma alla fragilità estrema di un sistema costruito nei secoli, puzzle di tessere incastrate ad arte e capace di autorigenerarsi, malgrado le crisi, le guerre, le distruzioni…

Ma oggi è bastato toccare il tasto della vulnerabilità umana, quella inevitabilmente legata alla fragilità del corpo, per ricordarci che esiste la malattia  in questo caso al di fuori di ogni prevedibilità, senza terapie comprovate , conoscenza del nemico  e prognosi possibile.

Mettendo da parte le interpretazioni sulle cause della pandemia, che trovano schierati da un lato i complottisti, dall’altro i guerrafondai e quanti identificano all’origine del morbo un fattore estraneo al contagio di tipo naturale, la realtà è unica, oggettiva e terribile: non siamo in grado di fronteggiare l’evento come accaduto finora con altre epidemie pur se anche in questi casi non esistevano vaccini o certezze di cura.
Che fare? Abbiamo la magna carta dei decreti governativi che è doveroso seguire pedissequamente poiché studiati per ridurre (purtroppo non eliminare) il contagio. Abbondano i consigli, decaloghi da social ed umorismo a volte intelligente a volte di cattivo gusto, ognuno pare abbia qualcosa da dire e ribadire da remoto.

Dunque in libertà mi si consenta:

-      prendiamo atto della realtà e non edulcoriamola con autoinganni e false speranze, il momento è impegnativo e deve essere vissuto con serietà ed attenzione   per tutto il tempo che sarà necessario;

-      cambiamo tempi e modi della nostra esistenza organizzandola e lasciando spazi che possano gratificarci;

-      programmiamo nuovi obiettivi da conseguire nella quotidianità, a brevissimo termine. E’messo in discussione il convivio pasquale che riunisce le famiglie con il rientro dei propri cari, ma in tempo più lungo, di regola in questa fase dell’anno si programmano viaggi e vacanze per la prossima estate, quindi prendiamo atto che, nel qui ed ora del doman non c’è certezza

-      Quant'è bella giovinezza che si fugge tuttavia: chi vuol esser lieto, sia,di doman non c'è certezza., recitano i versi di Lorenzo il Magnifico nella “ Canzone di Bacco”, esaltazione del carpe diem. Dunque portiamo nel presente momenti di piacevolezze malgrado la tragicità degli eventi

 Un punto essenziale è la capacità della specie umana di adattarsi all’ambiente ed alle difficoltà che esso presenta. Grazie alla corteccia cerebrale ed alle sue aree associative, a differenza delle altre specie animali, l’essere umano eccelle nel problem solving ed il percorso dalla preistoria ad oggi ne è una dimostrazione.

Questo è il motivo per cui ce la faremo ed andrà tutto bene, a patto però, che si accetti di mutare condizioni e prospettive, proprio come accade nel problem solving, ove la soluzione arriva repentina ed imprevista quando gli elementi presenti vengono reinterpretati in una ristrutturazione del campo percettivo e cognitivo ( cioè del mio modo di percepire  e di pensare).

Dunque accettiamo la realtà lasciando spazio alla creatività ed al cambiamento.

 Brindisi,13/03/2020                                     Iacopina Maiolo