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sabato 9 maggio 2020

10 maggio 2020 Festa della mamma







Quest’anno una festa della mamma meno “patinata” del solito, priva di richiami consumistici , di retorica e  banalità. Perfino le famose “azalee” non si acquistano nelle piazze ma su prenotazione telefonica o online, come accade per i take away e per le consegne a domicilio.

Oggi scriviamo pagine di storia che si distaccano  da un passato recente ma anche più lontano, nell’era del corona virus, che è giunta al pari di un cataclisma a mutare situazioni e prospettive di vita.

Le origini della festa della mamma le rintracciamo negli Stati Uniti nel maggio del 1870, quando  un’attivista di nome Julia Ward Howe  propose l’istituzione della Giornata della madre per la pace (Mother’s Day for Peace), per manifestare contro la guerra alla luce della figura femminile che porta in sé e protegge il germe della vita.

In Italia fu nel 1933 che nacque l’intento di festeggiare la mamma, infatti il 24 dicembre venne stabilita la celebrazione  della Giornata nazionale della Madre e del Fanciullo. Tuttavia è solo dal 1956 che tale giornata è divenuta una ricorrenza annuale collocata nella seconda domenica del mese di maggio.

Da allora è divenuta per noi tutti un’istituzione, con una ritualità che ha rappresentato finora una certezza, come le rose, le citate azalee, i baci ed i cioccolatini a forma di cuore…

Quest’anno niente è più come prima, e quest’affermazione è tremendamente vera, “crudamente” realistica, non fosse altro per le  mamme che non sono più fra noi a causa della pandemia; un  dato indica la mortalità  femminile  per corona virus come il   30% sul totale dei decessi.

Quante le mamme che non potranno festeggiare con i propri cari e quanti coloro che soffriranno per queste perdite improvvise, spesso premature perché impreviste, anche quando l’età era avanzata . Rivolgiamo loro   un pensiero solidale, oltre le facciate degli stereotipi dell’esibizionismo da balcone, affinché   da questa immane tragedia possa nascere un sentire nuovo, scia del dolore da corona virus.

Un pensiero augurale anche alle neomamme che magari hanno affrontato parto o puerperio in lockdown, con le ansie e le difficoltà già presenti normalmente, amplificate e nell’incertezza di quello che sarebbe potuto accadere, in un futuro del tutto indefinito e ancora da scrivere…

Un pensiero a chi per propria volontà, per casualità o per situazioni esterne al proprio volere, non rappresenta lo stereotipo della madre: si può essere madri di un’idea, rappresentare e realizzare con spirito di generosità qualcosa di importante e necessario per la comunità, le azioni delle donne spesso sono un piccolo seme che genera vita.

Un pensiero a quante nelle istituzioni ed agenzie educative si occupano di figli non propri nell’intento di aiutarli a costruire percorsi futuri di vita.

Un pensiero a chi ha accolto storie di pregresso dolore per rendere possibile ciò che non lo sarebbe mai stato, con la cura , l’amore e la dedizione di figli giunti da altrove.



Un pensiero a mia madre che da tempo, come recitano i versi di una famosa canzone, mi ha lasciata da  sola  davanti al cielo …

  



Brindisi 09/05/2020                    Iacopina Maiolo

  

  




sabato 10 maggio 2014

La magia della madre


Essere madri non è  un’opinione , una norma morale o una convenzione sociale.
 L’essere madre è un atteggiamento che va oltre al ruolo imposto dal vivere collettivo, è un’acquisizione progressiva di comportamenti e disposizioni dell’animo dal quale dipende  in primis la sopravvivenza della specie .
Quando abbandona il grembo materno il piccolo umano non sa se ci sarà pronta ad accoglierlo e ad accudirlo colei che lo ha  nutrito e cullato nei lunghi mesi di gestazione; se a monte della gravidanza compare una scelta , così è al suo termine e non potrebbe essere diversamente: ogni donna sceglie di essere madre  anche se non ne è consapevole .
Ogni scelta presuppone un adattamento, un cambiamento inevitabile  perché variano le condizioni iniziali , cioè c’è un prima ed un dopo.
Come afferma Winnicot la costruzione del sé materno presuppone  la creazione ( che si estende progressivamente ) di uno spazio mentale interno da destinare al figlio, una parentesi ampia della propria mente in cui il figlio non cesserà mai di esistere , è cioè sempre presente così come lo sono i suoi bisogni di essere prima nutrito, poi educato e progressivamente e sempre amato, indipendentemente dall’età e dalle esperienze che egli a sua volta conduce nella propria esistenza.
Sempre in riferimento al legame madre figlio, si crea quel filo empatico che nella madre rimane invariato anche a distanza di anni, quando la simbiosi dei primi mesi di vita ha ceduto il passo al progressivo distacco dell’uomo che ormai adulto è stato catapultato  nel proprio spazio vitale; è quella forma di comunicazione che W. definisce intuitiva  e che la madre sa riattivare quando le circostanze lo richiedono.
Ma niente di tutto ciò è innato, cioè scontato, ne’ quantomeno obbligato, è frutto di una costruzione e di un adattamento progressivo che la madre  compie operando la scelta di divenire tale.
In questo cammino Lei ha bisogno di essere sostenuta dalle persone che la circondano ed in primis da chi la accompagna nel percorso genitoriale e che a sua volta, da padre, ha operato la sua scelta.
Quando  sussistono queste condizioni ideali, tutto procede nel migliore dei modi, ma la realtà  può distorcere quelle condizioni ottimali, o meglio, può rispettarne alcune ed altre no; forse possiamo dire che da un estremo di perfezione ad un altro di degrado, ci sono una serie di situazioni intermedie ( le nostre vite ) ove ci collochiamo in posizioni genitoriali varie ed uniche ( un po’ nel bene ed un po’ nel male).

Se oggi pensiamo alla festa della mamma fra frasi fatte, obblighi imposti  dalle norme di  un codice comportamentale scritto da altri ed a noi imposto,   si perde l’essenza , il significato profondo dell’essere madre che non è universale ma specifico  ed unico per ciascuna di noi.
Se cediamo il passo  a chi vuol rendere questo momento omogeneo nelle emozioni, nei vissuti  e nei comportamenti, oltre che sottostare alle logiche  ed alla morale della società del consumo facile e guidato e delle scelte imposte  dal profitto che rende la maternità un vero e proprio affare, perdiamo il nesso con quello spazio animico (dell’anima) che segna il cammino del nostro sentire materno e che ci accompagna nelle varie tappe della vita.
Ogni fase del ciclo vitale racchiude in sé qualcosa di prezioso ed unico nelle emozioni e nei vissuti  che rimangono scritti in maniera indelebile nell’animo materno: dal primo tocco al momento della nascita , incerto, indefinito e quasi timoroso, all’abbraccio da giovani adulti che intraprendono il percorso della piena autonomia.
Non è facile, come è giusto che sia e come è inevitabile perché  ciascuna di noi ha i propri limiti oltre che quella magia personale che rende ogni madre unica ed insostituibile!
Auguri a tutte le mamme, donne in primis che hanno potuto e voluto intraprendere il percorso magnifico anche se a volte tortuoso della maternità.
Un pensiero  ed un augurio anche a  mia madre che percorre i sentieri dell’infinito…

Brindisi,10/05/2014                                              Iacopina Maiolo