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Lettera ad Ozpetek




Ho visto il tuo film Allacciate le cinture , quello che in molti definiscono un flop , io non lo ritengo tale ma è una pellicola che non rivedrei semplicemente perché non riesco o meglio non posso raccontarla.

Devi essere entrato, caro  Ferzan , in una di quelle pieghe dell’animo umano che contengono l’indicibile, cioè quanto non può essere descritto con le parole perché oltre il confine spaziale e temporale , griglia essenziale per noi esseri umani per dare un senso  a ciò che definiamo accadimenti.

Da allora sono rimasta muta ad ascoltare  come gli eventi possano scivolare nelle nostre vite senza coglierne un senso o meglio, lasciando indenne la nostra costruzione del reale  al quale attribuiamo significati riconducibili ad una logica ( per noi la meglio decifrabile ) causale.
Credo tu abbia cavalcato oltre la coscienza  delle cose umane a noi data , ed è per questo che sei stato travolto dal sarcasmo dei critici e dal carente applauso delle platee, tu forse profeta di consapevolezze  ancora da venire.

Io salentina  per nascita (Brindisi) ma non per ceppo ( madre toscana -  padre siciliano) mi sono persa nei vicoli storici della città barocca e devo dirti che Lei era come la vivo quando la transcorro per fare shopping, o per far visita all’amico americano  che ha ormai  oltrepassato il confine, o per raggiungere uffici ( di legale  o burocratica rappresentanza ).

Mi sono persa nei corridoi e nelle stanze  dell’ospedale , travolta dal mix dei miei ricordi  tutti dolorosi poiché privi di opportuno significato catartico  e di possibile rielaborazione.

Mi hai presa per mano accompagnandomi nell’energia dei luoghi  ove hai colto anche il mio segno, l’impronta lasciata  in maniera del tutto inconsapevole ma indelebile.

Così il mare e l’oasi, la mia, ma anche la tua, sovrapponibili , per me fotografie di quel reale che si erge a confine del ricordo, per te immaginario al quale hai attinto immergendoti  nel pulviscolo energetico del luogo.



Devo dirti che la consapevolezza di oggi è dolorosa ma lascio che fluisca nell’anima del mondo racchiusa nella mia nicchia psichica ove ogni cosa trova il suo posto , come dicevo all’inizio, oltre il confine dello spazio e del tempo.

Grazie, Ferzan

 Brindisi , 01/04/2014                                     Iacopina



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