Italia21

sabato 27 ottobre 2012

Quale domani ci attende? Dall’incertezza di oggi al cambiamento possibile


Vien da chiedersi:dove siamo? Cosa stiamo facendo ( a che pro?) Dove stiamo andando?
 Se è vero che...” Chi vuol essere lieto, sia : Del doman non v’è certezza”(Versi scritti nella seconda metà del ‘400 da Lorenzo de’ Medici )
È  pur vero che appare impossibile allietarsi in un clima  di difficoltà spesso insormontabili per una vasta fetta della popolazione italiana e mondiale.
Questa cosmica  insoddisfazione è aggravata  proprio dall’incertezza diffusa  in ogni settore della sfera pubblica e privata. Forse mai come in questa fase storica la sfera pubblica 
( politica, economica, sociale) è apparsa strettamente connessa a quella privata ( personale, psicologica).
Sono mutati  i canoni interpretativi, le persone sono molto più consapevoli che in passato  degli effetti che  la storia ( il modello vigente nel contesto di riferimento) ha sulla propria dimensione umana , psicologica, sia in relazione ai bisogni materiali che alla dimensione spirituale ( psichica ).
Ecco che le emozioni sono rimosse  o controllate, molti sono costretti a vivere in uno stato di anestesia psichica ed emozionale per non cadere  nel baratro di una depressione.
In questi momenti, quando  ad esempio il lavoro viene a cessare o rappresenta una meta difficilmente raggiungibile, essere lieti come il nostro Lorenzo de’ Medici auspica è non solo impossibile, ma da stolti; se aggiungiamo l’invito oraziano a cogliere l’attimo ( il carpe diem ) restiamo ancor più perplessi: qual è dunque (o se  esiste) una via da seguire per mantenere uno stato di benessere psicologico se pur  di livello parziale o sufficientemente  adeguato per mantenere uno stato di salute psichica?
L’unica ottica possibile è quella del cambiamento, accettare la precarietà del momento significa sentire di vivere un importante momento che può essere significativamente trasformativo.
Le genti , i popoli, non hanno fatto solo guerre  ma percorsi alla ricerca di nuove verità superando i facili dogmi e le credenze che fino ad allora avevano accettato, dunque si sono mossi alla ricerca della terra promessa;  le migrazioni dei popoli da sempre hanno posseduto in primo luogo la forza  e l’impeto di una volontà trasformativa, che genera il nuovo lasciando alle spalle ciò che paralizza chi si volta indietro a guardare ( Lot fuggì con la moglie e le figlie; ma durante la fuga sua moglie, per aver contravvenuto all'ordine di non voltarsi a guardare, fu tramutata in una statua di sale (Genesi 19,1-26).
Facciamo silenzio, lontani dagli influssi mediatici che annientano con l’oscurantismo la nostra possibilità e capacità  tipicamente e meravigliosamente umana,di cambiare, trasformare le distruzioni in nuova vita…l’essere umano è  da sempre attore  privilegiato e protagonista  del cambiamento per sé stesso e per gli altri.

Ora sono mio figlio
Che rotola si rialza
Sorride dell’essere
in un giocoso divenire (anonimo)

Brindisi,26/10/2012                                                                            Iacopina Mariolo