Ma in Italia esiste
una mappatura dei paesi, cittadine, luoghi come borghi o frazioni quasi
del tutto abbandonati ormai per il mutamento economico - sociale e culturale ?
Mi riferisco a
contesti che appaiono obsoleti sia per le condizioni di vita ( stile ed
abitudini ) che per la struttura economica, indebolita e poi annientata
dall’abbandono di attività quali l’agricoltura, l’allevamento di animali, la
preparazione di prodotti ortofrutticoli e legati alla pastorizia ….
L’industrializzazione
e fenomeni quali la globalizzazione ci hanno resi gradualmente sempre
più distanti dal quel modus vivendi che fondava il sostentamento
quotidiano sull’uso di mezzi di produzione diretta e consumo
immediato ad uso privato non
escludendone la vendita per trarne un
profitto.
Girando per borghi e
paesi anche solo attraverso un viaggio in autostrada cogliendone gli scorci da
lontano, la percezione di un Italia da riciclare nelle sue bellezze e risorse
materiali, appare evidente attraverso la successiva ricognizione mediante guide turistiche forse obsolete
perché il presente ha cancellato progressivamente quei luoghi lasciandoli
dimora di pochi disperati, in genere anziani, chiudendo progressivamente
scuole, uffici, servizi vari ma, in primis quelle attività magari radicate e
parte integrante della storia e
dell’economia dei medesimi.
Veniamo al dunque:
cosa intendiamo fare? Condurre al degrado totale bellezze e risorse potenziali del nostro Bel paese sullo stile
delle città fantasma del west america o tentare di trovare soluzioni alternative?
Quindi, quali
potrebbero essere le proposte da passare al vaglio?
Ce n’è una che da un
po’ mi ronza nella testa in
questo clima di caccia al migrante che squalifica agli occhi di chi
continua a vivere di buone intenzioni ed azioni, quanti esprimono
un odio razziale del tutto
insospettabile: buoni, magari teneri e, diciamolo in maniera esaustiva, umani,
divengono repentinamente cacciatori di teste quando si tocca l’argomento
migranti.
Se il povero Fracchia
( interpretato da Paolo Villaggio) dei tempi andati diceva al dirigente “
quanto è umano lei…” mentre veniva sottoposto alle torture più temibili, gli attuali cacciatori di migranti rivendicano un’ umanità che stride con comportamenti ed espressioni nazi -
gestapo mista a slogan da curva sud .
Nouveaux économistes inoltre, vedono il pil
strettamente collegato all’accoglienza dei migranti o
alla chiusura delle frontiere con filo
spinato, alta tensione, mine antiuomo o altro deterrente
violento…
Ma veniamo alla proposta : ripopolare i borghi, riprendere
quelle attività abbandonate o in fase di inevitabile fine , sostenere gli
anziani dei luoghi… insomma ripopolare diciamo così i villaggi, riaprire le
scuole con i nostri insegnanti disoccupati o precari, riattivare quanto di
attivo e produttivo c’è intorno ad un nucleo abitativo con l’ausilio
dell’inserimento dei migranti .
Destinati non alla liquidità
del sistema neocapitalistico e multimediale che illumina gli occhi e le
menti di queste persone scampate a guerre, fame, povertà totale e morte sicura,
BENVENUTI IN ITALIA potrebbe essere per i migranti un progetto di costruzione
di radici nuove, usando canali e
solchi già esistenti, scavati dalle genti
che hanno vissuto e lavorato
nella nostra Italia.
Devo dire che
accetterei se mi proponessero una
simile prospettiva di inserimento nel tessuto sociale di un altro paese, perché
mi offrirebbe l’opportunità di ricostruire
una vita dignitosa con
significati e valori e con l’obiettivo di una piena integrazione in un luogo
altrimenti straniero.
Mi chiedo se loro
accetterebbero.. i migranti… è giusto chiederselo.
Sono accecati come
noi dal mito della globalizzazione e delle città metropolitane? Possiamo
avanzare la proposta ma prima è necessario costruirla, una simile strategia di
integrazione.
E’ necessario
costruire progetti e proposte creative,
dall’immaginazione al potere, slogan coniato negli anni delle lotte
studentesche da un’opera del filosofo H.Marcuse per indicare una modalità rivoluzionaria di gestire le
istituzioni e la politica, sono passati
più di 40 anni, ma stiamo vivendo un progressivo processo involutivo.
" Sig. Presidente del Consiglio, non crede che
lei e la sua squadra di governo
seguiate percorsi troppo razionali e
non intravediate altre vie se non
quelle prodotte a tavolino per far quadrare i conti in un paese al collasso per mali
quali la povertà, il disagio sociale, la paralisi del mercato del lavoro e dei servizi ai
cittadini, e, non da ultimo, come
abbiamo inteso rilevare , il fenomeno delle migrazioni e della relativa
accoglienza delle popolazioni ?
Certo è che non
abbiamo nulla da perdere e tutto da guadagnare, ma non so se e quanto questo modus
operandi sia di vostro interesse e competenza."