Giorni di inferno, giorni
di tempesta e distruzione, giorni di preghiere e maledizioni, l’Italia è
sprofondata nella melma e nel fango del disastro idrogeologico. Un pensiero di
commemorazione per i numerosi lutti, vite stroncate nell’immediatezza delle
sciagure.
Il cuore va anche ai
tronchi spezzati (migliaia gli alberi travolti dall’impeto delle acque) ed agli
animali di specie varie che abitavano i boschi e le radure.
Lasciando agli esperti
del settore (geologi, meteorologi, ingegneri ambientali) la spiegazione di
quanto accaduto in termini scientifici, a noi l’antico quesito: poteva essere
evitato? Era prevedibile che accadesse?
Forse, con il senno di
poi, sarebbe utile chiedersi:” è stato fatto il possibile per allertare le
popolazioni?”
Siamo diventati il
paese degli allerta meteo a
variazione cromatica, dal verde al rosso, ma non ne conosciamo il significato
effettivo né in cosa consista l’essere allertati, cioè quali siano i rischi
legati all’evento metereologico ed i comportamenti che di conseguenza dovremmo
tenere. Esiste un documento specifico della protezione civile che ha introdotto
la variazione cromatica per classificare la gravità degli eventi ed indicarne
rischi e moniti alla popolazione, ma, di fatto, se non si accede al sito della
protezione civile ed al seguente link www.protezionecivile.gov.it/jcms/it/infografica_meteoidro.wp,
si è completamente disinformati.
Il quesito dunque è il
presente: chi, come e quando dovrebbe informarci su tali problematiche di
importanza primaria per la tutela della popolazione?
Verrebbe da chiedersi
che fine sono destinato a fare se non ho un pc o uno smartphone, o se non
possiedo un quoziente intellettivo di almeno 100, se magari non ho conseguito
l’obbligo scolastico, se non conosco l’italiano e sono anche di un colore
diverso ed abbandonato a vivere in una favela
italiana senza corrente elettrica, pertanto inaccessibile ai media?
Considerazioni, niente
di più, ma amare, anzi dolorose al pensiero che forse si potevano evitare dei
tragici epiloghi.
Si, perché ancor prima
di provvedere al risanamento di strade, ponti, all’abbattimento di case
abusive, recupero delle zone a rischio frane, smottamenti e quant’altro con le
opportune e tempestive operazioni, la popolazione deve essere allertata in
tempo e nella maniera più corretta su quanto accadrà o potrebbe accadere.
Ne consegue che nelle
scuole, nei luoghi di aggregazione di quartiere e cittadini, con delle modalità
da studiare per rendere attuativi il prima possibile gli interventi, è
d’obbligo informare e formare la popolazione sulle emergenze ancor prima che
accadano.
Apriamo a questo punto
una parentesi su altri rischi per i quali la popolazione non viene istruita
malgrado, questa volta, esistano degli specifici obblighi di legge, il rischio industriale, non so quanto accada
nelle altre città, ma so per certo che qui, a Brindisi, la mia città, negli
anni passati è sorta una querelle
circa opuscoli pagati , stampati e mai diffusi alla popolazione, che dovevano
informare sui rischi legati ad incidenti industriali, sui comportamenti da
tenere ed addirittura sulla segnalazione ( sirene, punti di ritrovo della
popolazione etc..).
Mi fermo qui, ma apriamo
un’altra parentesi senza la pretesa di trovare spiegazioni scientifiche ai
gravi fenomeni metereologici da parte di chi, come me, non ha formazione
specifica e adeguata.
Negli Stati
Uniti, Algore, vice di Clinton e nel 2000
candidato alla
Casa
Bianca per il Partito Democratico in contrapposizione a G. Bush, ha
parlato di riscaldamento globale della TERRA
a causa dell’inquinamento ambientale e di gravi effetti climatici ( come
quelli che stiamo vivendo), già nel 2006 nel
documentario
Una scomoda verità (An Inconvenient
Truth)
.
Nel 2007 Al Gore ha ricevuto il Premio Nobel per la pace insieme
all'Intergovernmental Panel on
Climate Change «...per i loro sforzi per costruire e diffondere una
conoscenza maggiore sui cambiamenti climatici provocati dall'uomo e per porre
le basi per le misure necessarie a contrastare tali cambiamenti».
E come sempre : con il senno di poi….