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mercoledì 19 ottobre 2011

ASPETTANDO GODOT



Come nel  testo teatrale di S.Beckett,verrebbe da dire,considerando gli  eventi che in quest’ultimo anno si sono succeduti nel nostro paese
"Andiamocene" 
"Non si può" 
"Perché?" 
"Aspettiamo Godot"
Metafora della depressione surrealista che conduce gli individui a vivere nella spasmodica attesa del personaggio Godot, rappresenta l’aspettativa del cambiamento e dell’evento  che mai si realizza  perché basato su un approccio alla realtà non guidato dal sano principio di contatto con gli eventi che in ogni caso possiedono una connotazione di oggettività, ma dal senso di impotenza e di impossibilità all’azione che ne deriva.
Assistiamo ad una strana logica del cambiamento: ogni evento od azione  che in sé possiede il potenziale trasformativo nei confronti della  realtà contingente, si mostra nel qui ed ora come totalmente incapace di apportare un qualsiasi mutamento, anzi,compare la tendenza alla distruzione di quegli aspetti positivi costruiti in passato, ed il risultato è una degenerazione di tipo regressivo.
Un esempio ( è evidente che il riferimento è all’attuale situazione sociale, e  cioè politica ed  economica ):
gli ultimi accadimenti relativi al degrado della manifestazione degli Indignados rappresentativi, a Roma, del disagio pacifico ed oltremodo costruttivo di  milioni di italiani.
Bell’esempio  del dissenso costruttivo ed attivo guidato dalla ragione, dal cuore e dall’intelligenza,  distrutto, devastato e poi fagocitato dall’onda amorale dei black bloc….
Ogni volta che le ragioni del cuore e della mente si uniscono,  sono in grado di realizzare grandi risultati in vista del  cambiamento sociale auspicabile, quello che vede come unica soluzione solo una vera democrazia, attiva,  piena e responsabile, non più solo delegante e/o partecipativa.
A questo punto interviene  un evento contrapposto di intensità maggiore  con il compito, guidato più o meno consapevolmente, coscientemente o no, di annullarne  qualsiasi effetto.
Ne consegue un senso di profondo dolore e  frustrazione, ed ecco che tutti tendenzialmente diveniamo un po’ come i personaggi dell’opera beckettiana citata……..e aspettiamo qualcosa che non arriverà mai, ahimè, perché Godot di fatto non esiste..
Che fare dunque? Non indugiare a lungo nell’autocommiserazione, prendere sempre comunque i remi in barca ed andare, continuare la navigazione con modi si pacifici, ma determinati , nella certezza che il cambiamento oggi per i gravi problemi che stiamo affrontando, non prevede tappe che fiacchino gli animi e le volontà, ma è un processo continuo di costruzione e lo si può realizzare anche in maniera repentina, basta crederci e volerlo
S E M P R E


Brindisi,19/10/2011                                      Iacopina Mariolo

mercoledì 23 marzo 2011

Venti di pace

Si susseguono incalzanti  le notizie sul conflitto in corso che somigliano più ad un gossip che alla cronaca di una guerra ( perché è chiaro, c'è una guerra in corso), quale la verità da leggere fra le righe? Ecco che una testata può tranquillamente pubblicare le "prove" di un accordo sotterraneo pre-bellum fra Gheddafi ed i ribelli, e ancora :- abbiamo sparato o no noi italiani?- Tuttti  all'assalto dei piloti al rientro dalla missione per estorcere una notiziola da infarcire di ipotesi..conseguenze...conclusioni..FATTI ! Ecco che alla fine su un niente ( un ehm...) si imbastisce la NOTIZIA dell' ULTIM 'ORA che avvince gli acoltatori, crea cioè SCOOP e la gente rimane in ascolto estatico o in visione coatta dello schermo del pc.
Ma la responsabilità è anche nostra, di noi gente comune presi dal raptus multimediale, che inizialmente, è sano, è desiderio di conoscenza, di verità, ma quando inizia a seguire i contorti passaggi dei communicators, malgrado le buone intenzioni si perde nel baratro della stupidità, dell'idiozia morbosa  della fiction, che ti rende partecipe , protagonista indiretto  da casa tua, delle tragedie  alle quali ti sembra ti partecipare come un nostrano Indiana Jones.
Nel minestrone multimediale c'è tutto e niente, mescolato ad arte....l'obiettivo? Annientare le coscienze, le consapevolezze...
Abbiamo lottato per la pace, crediamo nella pace, ma nessuno di noi riesce a rivivere quanto, ai tempi della guerra contro l'Iraq ( è solo un esempio, possiamo aggiungere l'Afghanistan, il Kossovo etc..)sentiva nel suo animo, immaginando i morti comuni, i cosiddetti civili, fra cui bimbi, anziani, creature indifese, che sentivamo vicini in quanto coabitanti del pianeta Terra..
Questo è indice di un profondo disagio dal quale bisogna assolutamente emergere per recuperare quelle caratteristiche che rendono l'esistente ,essere umano pensante e dotato della capacità di emozionarsi ( caratteristica dell'anima , l'etimologia della parola emozione da e-movere = muovere da, sentimento profondo che muove da noi verso gli eventi o il mondo delle relazioni umane  o che in senso inverso  viene smosso da  tali accadimenti ).
In poche parole, riprendiamo a parlare di PACE, promuoviamo iniziative di PACE, non interrompiamo la costruzione di quella mondialità civile nella quale la maggioranza di noi, a ben sperare, crede ancora!