Alla luce dell’escalation degli episodi di violenza, siamo ormai consapevoli di attraversare una fase di grave criticità, della quale devono farsi carico le scienze umane, sociali e mediche, in primis la psichiatria, compiendo un’analisi interpretativa del fenomeno.
E’ necessario elaborare nuovi criteri
diagnostici, interpretativi e predittivi al fine di definire nuove strategie di
intervento e prevenzione.
Ma ciascuno di noi dotato di senso critico, di
un corretto esame di realtà e di sani principi, può e deve essere
coinvolto attivamente nel porre freno alla violenza diffusa: bullismo,
femminicidi, omicidi.
Mettersi
in una posizione di difesa e chiudersi nella propria rocca in una
situazione di allarme e di sfiducia negli altri, oltre ad incrementare il clima
di tensione, limita il nostro vivere quotidiano e turba il nostro benessere.
Sii
il cambiamento che vuoi vedere nel mondo, ipse dixit
(Gandhi).
Quanto
tempo della nostra giornata dedichiamo a costruire percorsi di pace ed
opportunità di cambiamento per diffondere una cultura della non violenza?
Dal
clacson selvaggio al semaforo o nelle code che ci fanno spazientire, alla
lotta per il parcheggio o per il posto in coda allo sportello, dove vale la
legge del più furbo e di chi non si lascia sopraffare….
Che
esempio offriamo a coloro per cui rappresentiamo modelli di identificazione e
che sono legati a noi da un rapporto educativo?
Pace
e non violenza non sono solo principi morali ma entrano nelle nostre vite e
nelle nostre case, nelle azioni e nei comportamenti che mettiamo in atto nella
relazione con gli altri e devono rappresentare un modus vivendi. Tutto
ciò se crediamo nella possibilità di un vivere sociale basato sul
rispetto reciproco, sul riconoscimento del valore dell’altro, sulla
condivisione e sulla relazione ispirata a principi di collaborazione e di non
sopraffazione.
Tutti
noi abbiamo la possibilità di seminare e costruire pace…
Non
sottovalutiamo l’importanza di questi comportamenti nel contrasto alla violenza
diffusa alla quale assistiamo e dalla quale tendiamo a sentirci sopraffatti.
Le
nostre famiglie, i contesti di relazione sociale ed affettiva rappresentano
un’opportunità per costruire percorsi di pace e di educazione alla non
violenza.
Brindisi,
19/10/ 2024 Iacopina Maiolo