Vorrei che la perdita di Yara servisse a riflettere quotidianamente su come procedere per costruire nelle nostre comunità l'opera di prevenzione di tali crimini .
Difficile parlarne a distanza di così poco dall’evoluzione in tragedia, quasi impensabile trovare uno spazio di riflessione “sana” e soprattutto utile, con tutti questi riflettori accesi sulla vicenda , con il ” totoscomesse “ sulle ipotesi più giuste, magari intelligenti o perché no, più macabre e morbose. Al di là di ogni umana decenza, al di là del rispetto , oltre i limiti dell’indicibile, perchè fa scoop ( in riferimento alla stampa),ascolto (se pensiamo alle tv) .
Se ne è già parlato, la ricordo la cronaca da Vermicino, se ne parlò tanto, allora il dolore e l’impotenza per non aver potuto salvare la vita di un bimbo provocarono un malessere collettivo e ci si chiese anche a che pro tutto ciò ( il collegamento h 24) , se non a far salire gli ascolti della RAI.
Oggi, a distanza di un bel po’ d’anni (forse una trentina), possiamo affermare che il “merito” di quella cronaca fu quello di introdurre una nuova tendenza poi rivelatasi vincente per chi ha a che fare con il problema dell’incremento degli ascolti: la partecipazione della collettività ad un evento che non la tocca personalmente, ma che, quasi come una fiction ( in effetti la caratteristica virtuale del mezzo che lo trasmette lo rende una fiction vera e propria), attrae l’ascoltatore dal divano di casa sua, pantofole e non, magari di fronte ad uno stufato di patate e ad un buon bicchiere di vino. E come sempre accade i bambini vengono redarguiti per il chiasso: - zitto ! Che non ho sentito cosa ha detto - il criminologo/a so tutto di turno ( fra cui anche avvocati se non parenti delle povere vittime), ben remunerato ed anche scelto fra coloro che hanno meno professione da spendere e direi meno senso etico degli eventi, e che hanno ben compreso che le tv e la stampa pagano di più quando il pubblico è sottoposto alla visione ed al racconto della mattanza, perchè in questa maniera si attivano le tendenze vampiresche degli ascoltatori e verrà incrementata la richiesta di tali programmi.
In questo contesto anche i giornalisti ( chiaramente non si intende generalizzare ma cogliere le manifestazioni di devianza ) vengono prescelti nella folta schiera degli adepti alla setta dell’horror, perché la capacità di non retrocedere di fronte a particolari scabrosi ma di avanzare sicuri in percorsi “sadici” ( la scena del crimine così definita ormai ne è un esempio) li rende quotati..
Tutto ciò ha sicuramente delle conseguenze ( magari non calcolate), ma sicuramente nefaste.
Se non arginiamo l'irruenza sadica di alcune trasmissioni e di alcuni giornalisti, vedremo accrescersi gli episodi di cronaca perchè la distorsione e l'insania di alcune menti trae nutrimento proprio dai media e da altre forme di comunicazione virtuale.
Ma ciò che ne deriva è molto pericoloso anche a livelli di presunta normalità, basti citare la maschera carnevalesca di zio Michele Misseri munito di cordicella, che dovrebbe allietare i carnevali di alcuni bimbi che l’hanno ricevuta in premio dai propri genitori!
Penso che l’unica possibilità , quando accadono eventi quali quello che ha toccato la piccola Yara (ma prima ancora Sarah), sia il lavorare sulla prevenzione possibile di tali crimini , attraverso un’informazione che dia alla comunità gli strumenti di comprensione del fenomeno/ le strategie ed i mezzi per affrontarlo ma soprattutto, come dicevo, prevenirlo.
Inoltre come si può pensare di non dar voce ai bambini, alle ragazze ed ai ragazzi che vivono come vittime questi eventi?
Come possiamo immaginare si senta una ragazzina dell’età di Yara pensando a quello che è successo alla sua coetanea ed alla possibilità che venga coinvolta diventandone vittima?
A tal fine si possono realizzare eventi che coinvolgano la scuola a livello nazionale oltre che locale, oggi pare che ci sia dimenticati ( presi dal dibattito politico sui tagli, gli sprechi, la meritocrazia e quant’altro fino all’inettitudine che porta a consigliare l’uso del grembiulino quale strumento didattico) che la scuola è un luogo formativo per eccellenza dove è possibile operare in due vie fondamentali: quella della prevenzione e del cambiamento.
Ancora, non esistono dei luoghi destinati alla prevenzione. Incrementiamo dunque la possibilità dei centri antiviolenza, dei consultori familiari, dei servizi sociali, di realizzare campagne educative; occupiamoci “seriamente” della censura di campagne pubblicitarie che istigano alla violenza, o che rendono i bambini oggetti di tipo sessuale, o che violano la dignità delle donne…
Che lo stato favorisca e finanzi campagne pubblicitarie che usano i temi della educazione alla non violenza , dell’incremento dei comportamenti solidali ed umani anche per esempio per la commercializzazione di prodotti…servono idee e progetti sostenuti da attività di ricerca …
I soldi? Proposta : apriamo le tv alla presenza di esperti , veri professionisti , che operino gratuitamente, quindi che si destinino in tal senso i fondi spesi nella partecipazione di opinionisti, criminologi e sotutto del momento.
Per il resto non ho commenti da fare ed altro da dire.
Diamo ora a questi genitori la certezza che il colpevole, colui che ha interrotto il sogno di vita della piccola e la gioia di esserle accanto, possa avere un volto ed un nome. Che ogni cosa si compia nel senso della giustizia.
Alla comunità di Brembate la speranza di un futuro migliore per sé ed i propri piccoli.Ed A Yara auguro di percorrere i sentieri della gioia e della pienezza dell'Essere.
Alla comunità di Brembate la speranza di un futuro migliore per sé ed i propri piccoli.Ed A Yara auguro di percorrere i sentieri della gioia e della pienezza dell'Essere.
Brindisi, 1/03/2011
Iacopina Mariolo
Nessun commento:
Posta un commento