Tutto scorre, è
giunta un’altra estate
( un’altra estate da ricordare…) o da raccontare? Non ricordo bene il pezzo dei primi anni ’70 .
( un’altra estate da ricordare…) o da raccontare? Non ricordo bene il pezzo dei primi anni ’70 .
Il tempo passa
inesorabilmente perché oltre la convinzione che sia uno strumento relativo e
legato al mondo della soggettività, segna e continuerà a segnare oggettivamente
i passi del nostro percorso di vita.
Da proletaria del
mare senza fissa dimora, anche quest’anno ho scoperto che niente è cambiato, ogni
piccolo spazio libero della litoranea Punta Penne - Apani è invasa da questa povera
cittadinanza brindisina che
finalmente ha scoperto che il mare cura (o
meglio riduce) gli effetti del carico inquinante che sopporta tutto l’anno e
non appena può corre a respirare quel po’ di aria libera dal carbone
e dallo smog cittadino.
Eppure è bella la costa brindisina: il mare… “ aroma
suspendido,coro de sal sonora “ ( da Ode
alla speranza di P. Neruda ), noi non potremmo fare a meno del mare, sul
bagnasciuga le nostre orme, da piccoli a grandi. Penso che i luoghi del mare
abbiano catturato le nostre risate, i nostri scherzi, i pianti, i giochi, gli
amori….
Tutto questo rappresenta il mare per noi, brindisini per patria e/ o per amore.. per questo accettiamo di percorrere falesie sbriciolate dall’incuria
degli amministratori, di stendere i teli, aprire sdraio ed ombrelloni nel
cimitero della plastica, del vetro , dei contenitori di dubbia
provenienza , sistemando nella discarica prescelta anche il gazebo ed il frigo
portatile unitamente al tavolino con la tovaglia e le stoviglie pulite, perché le donne brindisine amano pulire, rassettare, stirare e ti
immagini che brutta figura se in mezzo al porcile la nostra tovaglia avesse una
macchia?
I giovani, i ragazzi
e le ragazze ogni anno si ricordano di avere un progetto, un’idea per mettere
su un lido, uno spazio attrezzato lungo la costa.. “ma come fai? Non ti danno
la concessione neanche se vuoi pulire e sistemare.. aspettiamo tempi migliori!
“
Poi tocca agli
adulti, a quelli che hanno memoria della Sciaia, dell’Estoril e di…”come si chiamava
quel parco ora abbandonato e per fortuna casa dei barboni e dei cani? Che bello
che era, speriamo che il nuovo sindaco lo faccia ricostruire più bello di come
lo ricordo…”
A questo punto una
domanda mi sorge dal cuore e non so a chi rivolgerla:
“Ma le macerie di
contrada Sbitri, che fine hanno fatto?”
Brindisi,
14/06/2012
Iacopina Mariolo
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