Van da San Guido in duplice filar,
Quasi in corsa giganti giovinetti
Mi balzarono incontro e mi guardâr.
Mi riconobbero, e - Ben torni omai -
Bisbigliaron vèr me co 'l capo chino -
Perché non scendi? perché non ristai?
Fresca è la sera e a te noto il cammino.
Oh sièditi a le nostre ombre odorate
Ove soffia dal mare il maestrale…
(
G. Carducci “ Davanti a San Guido”,1874 )
Il rapporto fra l’essere umano e gli
alberi è sempre stato controverso e mosso da incongruenze ed ambiguità: dalla
amorevole cura per consentirne l’impianto e la crescita, alla ricerca della frescura delle fronde ed alla
raccolta di frutta, alla devastazione di boschi e foreste a noi ben nota nei
percorsi storici che hanno accompagnato fenomeni quali l’urbanizzazione,
l’industrializzazione, e l’impiego oltremisura di materie prime per farne
mobili o carta….
Nelle città e nei borghi tuttavia, nei
parchi e giardini come lungo le strade ed i sentieri, da sempre gli alberi sono
stati allevati anch’essi come cittadini, ed hanno acquisito il rispetto e
l’amore da parte della cittadinanza.
Ad oggi, per quanto invasive possano
divenire le loro radici sollevando marciapiedi, asfalti e pavimentazioni
stradali, sono state approntate tecniche altamente innovative volte a
conservare il patrimonio arboreo ed a ripristinare la giusta viabilità.
E’ un problema di conoscenza, di
impegno, ricerca, visto che in molte aree di Italia distanti da noi e più su di
un paio di regioni, gli alberi, ritenuti patrimonio dell’umanità, non si
distruggono portandoli alla morte, ma al limite dell’impossibilità di un
intervento conservativo, si espiantano?
In questi giorni ho preso consapevolezza
della distruzione di quel filare di pini che maestosamente svettavano in quel
viale dove le auto frettolose vanno verso il semaforo per oltrepassare
l’incrocio ed i bimbi con zaini in spalla vengono protetti dal traffico da mani
attente e premurose all’ingresso ed all’uscita da scuola.
Per dirla tutta siamo nella città di Brindisi e ci riferiamo ad un viale denominato San Giovanni Bosco , dove pare si sia tentato l’espianto di alcune radici per evitare
l’annientamento degli alberi, intervento purtroppo non riuscito, dicono responsabili
ed addetti ai lavori, tanto da procedere
alla loro distruzione. Diventeranno legnane per camini e caldaie, ed al loro
posto, prontamente verranno messe a dimora altre piante , come quando si rompe
un oggetto o per vecchiaia lo si getta e
lo si sostituisce con il nuovo….
Si fa fatica in questi giorni a
percorrere il viale senza percepire il dolore di quelle creature che, se pur
definite vegetali, sono esseri
viventi a tutti gli effetti: è un crimine commesso contro la natura o è una fine
inevitabile malgrado la buona volontà degli addetti ai lavori?
Urge una risposta anche per prevenire
altri scempi , ma oggi ciò che sgorga dal cuore è un senso di
lutto e commemorazione, unito al dolore per la perdita di questi nostri
compagni di vita ormai da numerosi
decenni.
Brindisi, 09/03/2018
Iacopina Maiolo
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