Tempo
da perdere, tempo per giocare, tempo per amare, tempo di studio, tempo di
lavoro, tempo di ricerca, tempo di incontro, tempo di riflessione, tempo di
analisi, tempo per sognare, tempo di gioia, tempo di attesa, tempo di vita…
Il
Tempo ci accompagna fin dalla vita prenatale, nove mesi la durata della
gestazione in compagnia della scansione del tempo data da colei che ci
contiene: i suoi sonni, i risvegli, le attività quotidiane, ogni passo è
dettato dal senso del tempo che accompagna la sua esistenza.
Sebbene
il vissuto del tempo non nasca al momento del nostro ingresso al mondo, il
tempo vissuto ha una scansione legata al cambio dei pannolini, alle poppate, ai
momenti di cura, di gioco e di coccole, dal cambio dei pannolini alle poppate ed
alle ninnenanne.
Seguendo gli schemi educativi, le regole poste
dai nostri caregiveers (coloro che si prendono cura dei neonati) nasce
in noi il primigenio senso del Tempo, che andrà poi a costituirne il vissuto
(la modalità soggettiva secondo la quale andiamo a percepire il flusso
temporale) e gli eventuali disagi e problematiche che possono derivarne.
Se
il tempo Assoluto non esiste ed è una mera costruzione teorica o una regola per
dotare di ordine condiviso gli eventi, è sicuramente il tempo vissuto e la sua
rappresentazione che entra nelle nostre vite e determina i nostri
comportamenti.
Ecco
che il ritardatario cronico da un lato e colui che anticipa ogni
appuntamento con eccessivo zelo dall’altro, rappresentano due casistiche, se
pur agli estremi, simili nel loro significato intrinseco: tentativi mal
riusciti di controllare l’ansia legata al senso del tempo e a ciò che per
noi rappresenta, sulla base delle esperienze ed i vissuti che si sono
consolidati in noi.
In
natura, nel mondo vegetale il senso del Tempo scorre attraverso le stagioni ed
i cicli (es. aratura -semina-crescita -raccolta), nel mondo animale (del quale
siamo parte in causa) le stagioni ed il clima intervengono nel determinare il
flusso temporale da destinare ad azioni e comportamenti quali la ricerca del
cibo, gli accoppiamenti, le nascite, l’eventuale letargo ed il risveglio, il
volo, la costruzione di nidi e tane…
Ma
poiché l’essere umano ha presto preso le distanze da quell’ordine naturale
ritenendosi il deus ex machina, ha ben pensato di utilizzare il flusso
temporale a suo uso e consumo.
Ne
consegue che innumerevoli sono le attività in cui viene impiegato un tempo
vacuo, inerte, nato per riempire il vuoto dei significati che spesso circonda
le nostre esistenze.
Ciò
malgrado l’obiettivo primo di ognuno dovrebbe essere dotare di senso e
significati la nostra esistenza, che ha, come ben sappiamo, un limite temporale
certo ed inevitabile.
Ed
in questo contesto purtroppo spesso il tempo diviene tempo di distruzione: del
mondo naturale, del vivere civile, dei diritti umani …
Ecco
perché oggi è TEMPO DI PACE..
Brindisi,
31.05.2022 Iacopina Maiolo
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