Secondo
uno studio promosso dalla Bocconi, Terre des Hommes e il Coordinamento Italiano dei servizi contro il
maltrattamento all'infanzia (Cismai) e presentato in questi giorni , i casi di
maltrattamento infantile ( solo i nuovi casi) costano 910 milioni di euro ogni anno. Tra i costi rivolti alla cura ed
all'assistenza dei bambini le spese
sono così suddivise : per la voce ospedalizzazione la stima è di una spesa annua di 49.665.000 euro, per
la cura della salute mentale di 21.048.510 euro, per strutture/prestazioni
residenziali 163.818.655 euro, affido familiare 12.648.948 euro e per il servizio
sociale professionale 38.052.905 euro.
Lo
studio inoltre opera delle lungimiranti
proiezioni considerando i costi che il maltrattamento infantile genera nel
giovane e nell’adulto (assumendo che l’essere
stati oggetto di maltrattamento da bambini
provochi la problematicità
nell’adulto), riferendosi alle seguenti
variabili: la cura della salute da adulti, le spese connesse alla delinquenza giovanile ed alla criminalità adulta, giungendo a
quantificare le perdite di produttività per la società ( stimate in 6.648.577.345
di euro).
Cifre
da capogiro che rappresentano stime e proiezioni, ma basate su dati concreti e
che dunque devono essere considerate
espressione di quella criticità che il paese attraversa.
Ridisegnare
la mappa dei servizi all’infanzia per
operare nell’ottica della prevenzione primaria pare non interessi a chi regge
le sorti politiche di questo paese, è infatti dal governo Monti che l’unica
operazione necessaria appare la
sforbiciata ai fondi destinati al welfare. Alla luce dell’evoluzione delle
politiche di welfare dagli anni ‘90 in poi, con l’introduzione del concetto e
delle prassi di prevenzione (primaria,
per evitare che accada l’evento temuto, secondaria e terziaria per l’intervento
di riduzione del danno a seconda
dell’intensità e della gravità della manifestazione ) e con gli interventi di empowerment per educare alla promozione delle risorse e delle
strategie individuali al fine di rafforzare la capacità degli stessi individui
di operare una prevenzione direttamente nei propri percorsi di vita, gli anni
correnti rappresentano forse la più
grave involuzione sociale, psicologica (quella
economica è l’unica ad essere riconosciuta) mai accaduta nella storia
dal secolo scorso , e ciò malgrado si siano attraversate due guerre mondiali
con eventi di incredibile annientamento e ferocia.
Mi
spiego meglio: il percorso verso la civiltà, il processo di civilizzazione che
l’umanità ha iniziato dalla sua nascita
( i cui albori sono stati segnalati dalla comparsa della specie Sapiens) è
stato caratterizzato da un progresso quantomeno ideale, ( quando le contingenze non lo permettevano ) verso condizioni di
vita migliori. Intendo dire che
l’obiettivo etico ed il senso del divenire storico verso la civiltà non veniva
mai negato, cioè persisteva, malgrado la realtà negativa, in uomini e donne ,
gruppi sociali che ne erano portavoce
assidui, costanti e temerari.
Oggi
assistiamo purtroppo ad una regressione proprio del senso etico e delle
conquiste nel settore umano esistenziale , con una discrepanza mostruosa fra
questi aspetti che caratterizzano la società globale e le acquisizioni delle
scienze (medica, tecnologica, strumentale etc..).
Ogni
situazione viene vivisezionata e
ciascuno di quelli che contano (nella politica, nell’economia, nei saperi,
nella sfera sociale) costruisce il proprio territorio di conquista traendo
vantaggi per sé o per il gruppo sociale di appartenenza.
E’
andata perduta la tensione morale che dovrebbe caratterizzare gli uomini che si
occupano dell’umanità, , forse la ritroviamo solo in quelli spot ( caroselliani ) che trattano di beni da consumare o da
produrre, magari a discapito dell’ambiente e dell’ecologia umana (ambiente
naturale e psicosociale).
Ecco
che la proposta di “inserire
la prevenzione del maltrattamento infantile all'interno del Piano sanitario
nazionale e del Piano nazionale di prevenzione sanitaria, e di promuovere un
Piano nazionale integrato di prevenzione del maltrattamento sui bambini” ,
che emerge dallo studio citato, suona
distorto e disarmonico come la melodia di un’arpa in contrapposizione a
grancassa e trombone.
In
un mondo ove l’infanzia ha perso le caratteristiche di purezza e fragilità,
cioè dell’essere oggetto di cura, amore ed attenzione per il bene comune presente
e futuro dell’umanità , se non regrediamo , in un paradosso evolutivo,
verso forme di vita più consone ad una
società civile e progredita, niente sarà più possibile.
Brindisi,05/12/2013 Iacopina Mariolo
Concordo con il quadro descritto dell'odierna società. L'evoluzione culturale non è sempre positiva e la storia dimostra periodi di buio dal punto di vista dell'umanità. Bisogna però cercare di reagire e di FARE ciò che è in nostro potere fare. Per quanto riguarda il fragile mondo dell'infanzia e l'obbligo di tutelarlo ho letto di questo progetto in Europa. Speriamo venga realizzato
RispondiEliminahttp://www.cnditalia.it/2009/09/25/tiziano-motti-chiede-unagenzia-europea-contro-sex-offender-e-pedofili/