Loro sono i nostri
figli, nipoti, cugini…
Essere genitori, , zii-e, nonni, ma anche insegnanti ed
altre figure significative, induce responsabilità connesse al ruolo educativo
che non cessa mai di esistere indipendentemente dall’età anagrafica : ad esempio mi piace poter apprendere da
un/una settantenne - ottantenne poiché
ha sicuramente qualcosa di unico e di insostituibile da propormi.
Purtroppo viviamo spesso le creature o con senso di
proprietà ( ogni scarrafone è….) o con atteggiamento competitivo ( ai
miei tempi eravamo… oggi invece i giovani….) o ancora punitivo ( ma cosa
vogliono, sono superficiali, arroganti..).
Questi alcuni della miriade di atteggiamenti, reazioni,
risposte, emozioni e stati d’animo che caratterizzano modalità di azione e di relazione nell’odierna società nei
riguardi della fascia di età giovanile e giovanile adulta ( dai 18 ai 40 volendo
riferirsi ad un range abbastanza vasto).
Il dialogo fra generazioni è espressione di una società
sana, che costruisce il cammino in divenire raccogliendo e stratificando
esperienze ( memorie storiche) che si incastrano come tessere di un
puzzle. In questa accezione l’opera storica dei singoli appare unica ed
insostituibile, così come quella biologica
del DNA : da una parte trasferiamo eventi, comportamenti, stili di vita e modus
operandi, dall’altra geni e catene di acido desossiribonucleico.
Quando la società o i contesti di riferimento sono o
divengono meno sani, si perde quel flusso che dovrebbe ininterrottamente mantenere
in relazione sistemi quali gli individui, i ruoli e le classi di appartenenza ( socioeconomiche ,
psicologiche ed evolutive), i sistemi geopolitici nazionali ed internazionali ... in un’ottica che consideri
aspetti micro e macrosistemici.
Le divisioni divengono rigide, nascono confini,
corporativismi, ci si ammala di egocentrismo ed autoreferenzialità, si perde la
dimensione della globalità e di quella circolarità che unisce malgrado le differenze e le distanze; in particolare si congela
quella dimensione storica che dovrebbe
condurre una società arricchita dalla storia dei singoli e della collettività,
verso l’acquisizione e la conquista di progressive e nuove tappe di civiltà.
Ecco, nel nostro contesto
che risponde più ai criteri di
malattia che di sana evoluzione, essere giovani è una delle imprese più dure
che un essere umano possa sostenere.
E’ vero che spesso mancano le consapevolezze ( e le
conoscenze ) che dovrebbero sostenere la ricerca di percorsi idonei ed
opportuni ed allora si cade in quegli eccessi disperati che conosciamo (
uso e dipendenza da sostanze, devianze sociali, disagio psichico…), ma è pur
vero che anche i buoni intenzionati si scontrano con la dura realtà che è fatta
di paradossi, contraddizioni, falsità ed ipocrisie, uso di leggi, strumenti sociali di aiuto e
sostegno a scopo di lucro o vantaggio personale e di casta…
In sintesi
Ai giovani vorrei dire: “acquisite senso critico,
analizzate eventi e situazioni onde evitare di essere strumentalizzati da chi
sulla vostra pelle costruisce interessi personali, economici e di sistema.
Allo stesso tempo non cessate di amare la vita, la vostra
energia ha lo scopo di indirizzare la storia
verso mete e traguardi di evoluzione
positiva”.
A noi, generazioni di adulti - adulti : “ allarghiamo il cuore e la disposizione d’animo
all’accoglienza , alla fiducia ed usando un termine caduto in disuso
nell’accezione primordiale che lo caratterizza… all’AMORE .
Aggiungerei , e non ultimi in quanto ad importanza, il
piacere e la gratificazione che derivano
dall’attenzione e dalla cura educativa dei giovani!
Brindisi, 26/05/2016 Iacopina Maiolo
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