Assistiamo a tragedie immani ed è come se fossimo spettatori di surreali realizzazioni, fra i mille vantaggi della multimedialità e dei progressi dei media , questo aspetto li degrada e li rende a dir poco capaci di provocare effetti terrificanti.
Mentre i tg sciorinano immagini di morti ammazzati, di bambini abusati , di donne stuprate, di cacce selvagge su poveri animali indifesi , di guerre, carestie, cicloni, terremoti e disastri ambientali, in contemporanea possiamo mangiare, accarezzare i nostri bambini, fare l’amore, bere un cocktail od una tisana….
Era inevitabile, lo avevamo intuito, pensato e previsto già da qualche decennio. Orson Welles riuscì, ed eravamo negli anni ’30 negli Stati Uniti , a far credere , usando il mezzo radiofonico,che gli extraterrestri avessero invaso la terra. Ci furono scene di panico e di puro terrore nella zona ove la trasmissione veniva captata : era solo un pezzo tratto dal romanzo di fantascienza “ La guerra dei mondi”.
L’insegnamento che se ne trasse fu che i media avevano un grande potere e che nel futuro sarebbe stato fondamentale adoprarsi per evitarne o limitarne i possibili danni.
In verità se ne è parlato, dibattuto tanto alla fine del XX secolo, poi abbiamo ampliato e programmato le nostre esistenze sulla base di questo nuovo modo di conoscere e percepire la realtà. Abbiamo dunque perso la capacità di emozionarci in maniera sincera, tanto che abbiamo bisogno di commenti che richiamino la tragicità dell’evento, di talk show, di conduttrici dalla lacrima alla glicerina pronte a fingersi empatiche verso la donna che, dando le spalle, racconta l’orrore che le ha stravolto l’esistenza.
Mi chiedo come sia possibile ascoltare con la medesima espressione di quella mostrata alla vista di uno spot pubblicitario, che un ragazzo, poco più che adolescente, ha compiuto una strage di bimbi (oltre all'uccisione di sei dipendenti della scuola, al matricidio ed al suicidio) ; che un giovane lavoratore risulta disperso a causa di una tromba d’aria che ha travolto la gru ove si trovava e che apparteneva all’industria messa in bonifica per i numerosi morti che la sua attività aveva provocato; che un bambino viene sottratto con violenza al suo mondo per l’egoismo genitoriale di una separazione conflittuale; che una donna, abbia trovato la fine nell’abbraccio mortale dell’uomo che ha amato o continua ad amare, che ha scusato e perdonato infinite volte tentando di cancellare i segni delle percosse, asciugando il volto bagnato dalle lacrime versate nel corso di istanti eterni segnati dal terrore e dallo stupore per il cambiamento imprevisto ed improvviso dell’amato…
La cronaca di tali eventi è purtroppo in continua estensione, ma invece di aumentare lo sdegno ci siamo assuefatti alle scene di violenza ed umano degrado che ci giungono per via multimediale.
Una legge che regola i fenomeni percettivi, quella della saturazione, prevede che quando uno stimolo giunge in maniera ripetitiva accorciando i tempi di invio dell’input, ad un certo punto accadrà che lo stimolo perderà le caratteristiche iniziali di importanza ed interesse fino a dileguarsi; anzi, la saturazione psichica, è uno stato di avversione emotiva verso un'azione ripetuta continuamente in un contesto invariato e duraturo. La tensione emotiva prodotta dovrebbe generare una valenza positiva per le azioni contrarie alla situazione che ha generato la saturazione , una sorta di avversione dunque.
Purtroppo non siamo in grado di prendere le distanze da tali stimoli perché sono saggiamente proposti e dosati quotidianamente in varie maniere. Tg/talkshow/tv verità / trasmissioni di approfondimento e pseudo inchiesta.
Alcune norme da seguire per non cadere nella trappola del sensazionalismo mediatico che genera in noi l’annullamento delle coscienze e della umanità critica e consapevole della grave realtà che è presente in ogni evento di cronaca ( dal dolore all’offesa che ha subito la persona coinvolta, al senso che tale episodio assume nella quotidianità delle persone che ne sono vittime ):
- dare un significato personale all’evento inserendolo nella propria visione del mondo e dell’esistenza;
- cogliere modalità e strumenti che i media usano per catturare la nostra attenzione in modo morboso e non consono alla gravità dell’evento;
- non perdere il nesso fra la realtà e la sua rappresentazione ;
- creare e costruire reti di collegamento fra la nostra vita, le esperienze personali e quanto è accaduto alla vita delle persone coinvolte nei tragici eventi;
- allontanarsene ( prenderne le distanze) se si riconosce in noi una parte fragile e suggestionabile.
Quest’ultima indicazione è particolarmente importante per evitare quelle situazioni in cui si può essere spinti alla imitazione, ad una sorta di empatia delirante , sovrapposizione comportamentale ed assunzione del ruolo della vittima…
Per questo motivo i bambini devono essere particolarmente oggetto di tutela e protezione dalla brutalità di certi episodi di cronaca, ed ove necessario bisogna fornire delle spiegazioni che aiutino il bambino a prendere consapevolezza dell’evento accaduto senza trarne vissuti traumatici , omettendo particolari non comprensibili in base all’età del piccolo o per i quali non è possibile fornire una chiave interpretativa semplice e diretta ad uso del bambino.
Per il resto talvolta è meglio leggere un buon libro giallo o seguire un film poliziesco , ove il confine fra realtà ed immaginazione è evidente, sano ed accessibile a ciascuno.
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