Oltre ad essere un
gruppo musicale abbastanza noto(vinse nel 1995 il festival di Sanremo) possiede
un nome metafora di una casualità dell’appartenenza ad una categoria.
Per chi ha trascorso
gli anni dell’infanzia istruito da
Carosello a sollecitare gli acquisti familiari ( allora materni perché il fare la spesa era un’attività tipicamente
femminile ), l’associazione con un altro nero
per caso, Calimero, appare inevitabile. Il povero pulcino, incolpevole del
brutto colore, veniva aiutato a rimediare dalla lavanderina “so tutto” che lo immergeva nel bagno sbiancante con la
famosa frase - Calimero non sei nero,
sei solo sporco – e …là ..per magia , usciva dall’immersione “che più pulito
non si può!
Lasciando le
considerazioni derivanti da ulteriori associazioni, quale ad esempio la
riflessione sulla possibilità sbiancante
offerta a personaggi del potere pubblico e privato ( politici in primis ) o la
capacità, anch’essa magica di conservare la veste immacolata pur frequentando costantemente banchetti e merende ( di prassi diciamo così consolidata ) in certe
aree di potere, concentriamoci sulla possibilità insita nell’ accezione “neri per caso” .
Fra migrazioni,
rifiuti ed accoglienze, spiegazioni motivate da fattori definiti
socioeconomici, finalmente qualcuno che ha il coraggio di parlare, di dire
esattamente ciò che pensa, e, per farlo, trova un’emittente televisiva che
accoglie le sue esternazioni. Mi
riferisco all’uccisione di Mamoudou Sare, 37 anni, di provenienza africana, avvenuta per il furto
di alcuni meloni ( in un’area , quella del foggiano, teatro di episodi di
sfruttamento della manodopera agricola rivolti non solo a braccianti immigrati)
ed alle esternazioni di alcuni intervistati i quali hanno riferito che, stanchi dell’invasione di
questi negri, che chiedevano cibo e
lavoro con insistenza, il ricorso ad un certo tipo di protezione era giusto e
corretto, per- impedire a questi negri di rovinarci la vita ! – W il coraggio di dire la
verità in modo schietto e senza fronzoli
! Tuttavia mi piacerebbe ricordare a chi si esprime in tale maniera, ma anche a
chi edulcora il fenomeno del razzismo con pretesti socio politici, che si è
neri o bianchi per caso e non per scelta e che come non si sceglie la famiglia
in cui nascere, non si scelgono il
colore della pelle e le altre caratteristiche somatiche.
Dimentichiamo inoltre che le razze umane derivano
dai sapiens discendenti
dall’australopiteco originario, partiti dall’Africa e migrati nelle varie
regioni della Terra, dove ciascuna ( razza ) è andata evolvendosi acquisendo
caratteristiche specifiche dei luoghi in cui viveva , ma conservando un
importante elemento di unione: un DNA progenitore che ci rende tutti
fratelli!
L’inganno
razziale è dunque alla base del fenomeno
del razzismo che indica nel diverso
un elemento da emarginare, distruggere,
annientare con forze e sistemi leciti o illeciti e che in questo caso diviene
un paradosso, posta la comune provenienza
delle razze.
Il cambiamento non può avvenire se non interviene
una cultura del cambiamento all’interno
del nostro sistema, abbandonando il gergo da stadio o da social network in
favore di una conoscenza scientifica dei fenomeni che sottendono al razzismo ed
alle sue turpi manifestazioni.
Fra questi
il fenomeno del “ capro espiatorio”
:- Il
capro espiatorio era un capro utilizzato
anticamente durante i riti con cui gli ebrei chiedevano il
perdono dei propri peccati nel Tempio di Gerusalemme. In senso figurato, un "capro
espiatorio" è una razza, un gruppo, un
individuo, scelto per addossargli una responsabilità o una colpa per la
quale è totalmente o parzialmente, innocente. Il fenomeno del capro espiatorio
può derivare da molteplici motivazioni, consapevoli o inconsapevoli. - ( Tratto da Wikipedia, Enciclopedia online)
Prendere coscienza di questi fenomeni psicologici e sociali, cui ancora vanno soggette popolazioni e
razze,consentirebbe la totale distruzione dei fantasmi che generano genocidi e distruzioni.
Brindisi,
30/09/2015
Iacopina Maiolo
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