Se
è vero che la morte è come una livella,
anche una pandemia dovrebbe metterci in una condizione di parità e non di
diseguaglianza, la solita, alla quale siamo abituati, la differenza fra ricchi
e poveri, fra chi possiede mezzi di
sussistenza ( che salendo nella scala del possesso raggiungono per alcuni
condizioni di totale, assoluto benessere, da Nirvana o regno del piacere ) e
chi no.
Una
cosa è certa, il contagio di questa malattia non ha utilizzato come filtro il
degrado sociale ed ambientale, anzi, a dir la verità sono stati i VIP, uomini e
donne in grado di poter viaggiare all’estero in particolare (dalla Cina con amore è giunto in primis ), di ritrovarsi
in feste e festini, ad esserne colpiti con maggiore evidenza e quasi per primi.
Quando
il virus ha continuato ad espandersi per un certo periodo non tutti abbiamo
avuto in uso mascherine, disinfettanti e
guanti. Il mercato nero di tali prodotti li ha resi fruibili solo da chi li
comprava a peso d’oro o che grazie alle
proprie conoscenze aveva dei canali privilegiati, fra cui i furtarelli nei
reparti sanitari . Chi non ha visto il vicino
che lavora alla ASL scaricare
dall’auto pacconi di presidi sanitari destinati alla protezione dal covid?.
Superata però l’emergenza, con la disponibilità di tali prodotti ci siamo
sentiti, finalmente ed almeno una volta nella vita, tutti nelle medesime
condizioni esistenziali.
Tuttavia
presto abbiamo preso coscienza della differenza del trattamento fra gli anziani
delle RSA, gli anziani in generale, i comuni cittadini di ogni età e sesso da
un lato, ed i VIP citati fra cui non solo nel nostro paese, politici di grido
che hanno vissuto il periodo dell’intera malattia in suite da sogno con annesso il reparto privato di
terapia intensiva.
Non
sappiamo poi se la roulette russa dei
respiratori, quella che se hai più di 60
anni hai diritto a morire, si sia
estesa anche a chi ha un peso maggiore, in termini di conoscenze denaro
e raccomandazioni, dando loro maggiori diritti e possibilità, appunto, di
vivere.
Forse
no, vedendo l’abnegazione e la coscienza dei nostri sanitari, ma di truffe
relative a camici, mascherine e tamponi
che hanno gettato su insospettabili l’ombra della corruzione, si è
parlato e forse nei mesi a venire, quando il gigante Covid sarà retrocesso, se
ne parlerà.
Mentre
siamo ancora nel pieno della pandemia e delle misure di contenimento,
compare prima del previsto lo strumento
da tanti atteso, chiesto quasi per intercessione divina, IL VACCINO.
E’
presto per dire se ci saranno dei
privilegiati e, soprattutto, se sarà realmente la panacea contro il covid-19.
Di fatto colpisce che in Inghilterra la prima ad essere stata vaccinata sia
stata una ultranovantenne e a seguire gli altri ottantenni: rispetto per la
veneranda età o prova generale su chi a ragion veduta ha già tanto vissuto?
Consigli?
Siamo già tanto disorientati dagli
eloqui di esperti, task force e politici informati, usiamo la razionalità e decodifichiamo i messaggi che si pongono in
maniera rigida ed unilaterale, dai negazionisti a chi pretende di guidare le
nostre esistenze senza la nostra vigile partecipazione.
Tornando
al quesito iniziale: siamo realmente
tutti uguali di fronte al Covid-19? In onore della vicina festività, forse
quest’anno ritroveremo un senso meno consumistico del Santo Natale, rivalutando
affetti e congiunti non conviventi,
dei quali la sola possibile presenza rappresenterà un dono. E che il pensiero
non fugga a coloro che già da qualche giorno hanno raggiunto i loro rifugi
invernali ( magari in quel di Cortina ) con palestra e centro estetico privati
, a noi gente comune, negati da mesi…
Auguri
a noi tutti per un Natale povero forse meno ricco di beni ma denso di emozioni di affetto nei
ricongiungimenti possibili.
Brindisi , 24/12/2020
Iacopina Maiolo
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