Italia21

venerdì 4 marzo 2022

OLTRE IL SENTIERO – pensieri ed emozioni sulla guerra –

 

Quando giunge, il conflitto bellico crea, in chi non lo vive direttamente, sbigottimento, una sorta di profondo stupore e turbamento. In chi lo deve affrontare quotidianamente nel territorio di appartenenza, emerge il terrore seguito da sconforto e disperazione.

Ho amato la pace grazie ai racconti di mio nonno, reduce dalla prima guerra mondiale, e da lui ho appreso quel disincanto che consente di andare oltre il patriottismo de “Il Piave mormorò” (canzone che esalta il  sacrificio nel nome della patria ).

Da qui la sua nevrosi post traumatica: le trincee, le granate, i compagni morti al grido di “Savoia” avevano per sempre segnato la psiche di un adolescente non ancora diciassettenne. Dai suoi racconti emergevano i vissuti di grande dolore per quanto il suo giovane animo aveva dovuto attraversare, il senso patriottico che l’aveva spinto ad intraprendere quel sentiero di guerra, un senso etico rivolto alla patria intesa come comunità di appartenenza da proteggere e tutelare, era stato offeso dal disincanto di ciò che una guerra sanguinaria come il primo conflitto mondiale ha rappresentato.  

Ecco che nel secondo conflitto mondiale non fu più in grado di sostenere l’onere dei sentieri di guerra, ma ebbe la fortuna di “servire la patria” in una remota isola dell’Albania presso un insediamento militare che aveva progettato.

Diversa la situazione di mio padre, che nella seconda guerra mondiale seguiva percorsi di guerra aerei, come marconista.

I suoi racconti narravano di una disperazione somma, dall’alto dei cieli la bellezza del deserto libico e dei suoi colori, rosati del primo mattino, aranciati dei tramonti, appariva incommensurabile, come repentina e totalmente distruttiva la fine conseguente alla battaglia aerea.

Frastuono, scoppi, lacerazioni dell’aere e dei suoi silenzi...

E’ grazie ai loro insegnamenti che ho imparato a coltivare la pace, è nella loro memoria che oggi spero che l’orda distruttiva di thanatos (il concetto freudiano di guerra inteso come impulso distruttivo che appartiene ciclicamente all’umanità) non solo abbia fine, ma che, oltre i sentieri di guerra, finalmente l’umanità intera possa costruire il sentiero della PACE. Ciò è quanto nonno Ludovico e babbo Enzo vorrebbero per tutti noi.

Tuttavia vivo nel disincanto ed oggi ho molti dubbi che ciò si possa mai realizzare.

Brindisi, 04/03/2022                  Iacopina Maiolo

 

 

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