La vita di ciascuno è composta da una rete di percorsi, tracce spesso segnate da dolore e sofferenza.
Ciò accade non per il motivo che la gioia o la serenità non trovino spazio in questa vita, ma perché le esperienze che determinano cambiamenti e percorsi di crescita sono spesso legate a frustrazione ed eventi che feriscono e mortificano l’individuo.
Quando la gioia fluisce in me la posso accogliere senza difese, con disposizione d’animo volta all’accoglienza ed all’apertura all’evento fausto.
Le difficoltà al contrario attivano risorse spesso a noi ignote e quando finalmente saranno superate si potrà sperimentare un cambiamento che in generale predispone ad un arricchimento personale ( potenziamento delle risorse individuali con miglioramento delle proprie condizioni e sistema di vita ).
E’ proprio vero che ogni percorso fatto di sudore e lacrime , dovrebbe determinare in noi la messa in atto di strategie utili al superamento delle condizioni infauste e, di conseguenza, un processo di crescita .
Il self made man ( o woman per par condicio) appartiene all’ideologia del problem solving, cioè dell’attivazione delle proprie risorse mutando a volte prospettive e strategie quando alcune si rivelano inefficaci , affrontando delusioni, frustrazioni, senso d’impotenza e quant’altro provochi dolore e sofferenza con determinazione , senso di realtà e, soprattutto, capacità di elaborare le perdite e costruire sulle macerie ove necessario.
Queste riflessioni sono legate alla situazione di grave carenza e disagio che il nostro paese sta affrontando ( dagli ultimi dati ISTAT in Italia 5,6 milioni di persone risultano essere in povertà assoluta ) e a tal proposito si ritiene che, oltre agli incentivi statali e ammortizzatori sociali che devono essere erogati nella giusta misura per consentire condizioni di vita sufficientemente adeguate e non solo la sopravvivenza, è obbligatoria ( superiamo il termine necessaria ) una strategia del governo per mutare prospettive e determinare finalmente un cambiamento di rotta.
In sintesi tale strategia comporterebbe:
- il rispetto dell’art. 1 della costituzione « l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro» che sancisce il principio lavorista, per cui il lavoro rappresenta sia il fulcro dell’ordinamento che un criterio guida di indirizzo della politica nazionale, che pertanto deve essere rivolta verso la massima occupazione
- -- l’abbandono di programmi fumosi creati per il consenso popolare (sinonimo di elettorale) e che non incidono ( o meglio neppure scalfiscono) l’attuale sistema basato sulle logiche clientelari, oligopoliche e di appiattimento di status e condizioni socio economiche del singolo e della comunità
Da ciò deriverebbe una vera rivoluzione, che coinvolge non solo aspetti politici ed economici, ma educativi del singolo e della comunità.
Una παιδεία, che pone al centro l’individuo, la sua individuazione e realizzazione, in un sistema politico sociale che favorisce e promuove la crescita , che accompagna e tutela, che stimola e propone opportunità .
Utopia? Certo che no, procedere in una dimensione politica che favorisce la dipendenza e blocca l’iniziativa, che promuove logiche di controllo finalizzate al potere ed ala gestione socio economica , porta alla distruzione quando mutano alcune condizioni che sfuggono al sistema elaborato a tal fine( è il caso della pandemia, evento infausto ed imprevisto ).
Ma noi, gente comune, cosa possiamo fare?
Cominciamo con la rinuncia al sistema clientelare delle raccomandazioni , così diffuso in questo nostro SUD ( ma non solo), insegniamo ai nostri figli l’importanza delle azioni mirate alla costruzione della propria vita in un processo volto alla realizzazione del sé e delle sue istanze.
Questo è in sintesi il principio che guida la logica del self made man/woman …
Brindisi,18/06/2021 Iacopina Maiolo
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